Rivista Diritto penale 21 sec. n. 2-2006 - Cedam

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samantha chernetich Il diritto della madre all’aborto in Francia che la «gravitè de la menace» per l’embrione era tale da determinare un intervento volto a salvaguardare «l’enfant à naître d’une atteinte à sa vie». La Cassazione respinse l’invocato fait justificatif sottolineando l’impossibilità di configurare la scriminante in oggetto in considerazione del fatto che l’interruzione volontaria della gravidanza «... est autorisée sous certaines conditions par la loi du 17 janvier 1975». In definitiva, la Corte contrappone all’esimente dello stato di necessità, invocato dai ricorrenti, un’altra esimente, quella basata sull’autorisation de la loi (art. 122-4 c.p.), ritenuta prevalente ( 54 ). In altre parole, come aveva già sottolineato la Corte d’Appello di Riom ( 55 ) con la pronuncia del 7 settembre 1995, una IVG autorizzata dalla legge non può configurare quel «danger actuel ou imminent» previsto nell’art. 122-7 c.p. La motivazione addotta dalla Corte induce a una riflessione: se l’operatività della scriminante dello stato di necessità èsubordinata o meno all’accertamento dell’ingiustizia di questo «danger actuel ou imminent». Parte della dottrina ( 56 ) rileva che si tratterebbe di una vera e propria condizione per l’applicabilità dell’esimente; altri autori ( 57 ), invece, non vi fanno alcun riferimento. La formula utilizzata dalla Corte rivela una certa ambiguità: dalla lettura delle pronunce ( 58 ) di gennaio e novembre 1996 emerge la preclusione della scriminante dello stato di necessità qualora le IVG siano effettuate nel rispetto delle condizioni stabilite dalla legge del 17 gennaio 1975; questa formula non appare, ictu oculi, ostativa all’operatività dell’esimente qualora il «danger» non appaia giustificato, vale a dire quando le IVG siano effettuate in violazione delle prescrizioni di legge. Tuttavia, in una pronuncia ( 59 ) del 1997, la Cassazione non solo ha escluso che la configurabilità del reato di entrave à l’IVG sia su- vegarde de la personne ou du bien, sauf s’il y a disproportion entre les moyens employés et la gravité de la menace». ( 54 ) J.P. Delmas Saint Hilaire, Avortement. Faits justificatifs (état de nécessité), inRevue Sc. Crim, 1998, 117. ( 55 ) App. Riom, 7 septembre 1995, inedita. ( 56 ) Merle et Vitu, Traité de droit criminel, 6 a ed., Paris, 1996, 567: «il est ... évident que le mal redouté par l’agent n’est justificatif que dans la mesure où il est injuste, contraire au droit»; P. Conte, P. Maistre du Chambon, Droit pénal géneral, 2 a ed., Paris, 1996. ( 57 )G.Stefani, G.Levasseur et B. Bouloc, Droit pénal général, 15 a ed., Paris, 1994; J. Pradel, Droit pénal général, 10 a ed., Paris, 1995. ( 58 ) Cass. Crim., 31 janvier 1996, cit.; Id., 27 novembre 1996, in Droit pénal, 1997, comm. n. 39, 16. ( 59 ) Cass. Crim., 5 mai 1997, Bull. n. 58, in Cour de Cassation 1997, 523; Id., 7 avril 1999, in Droit Pénal, 1999, Comm. 102, 15; App. Rennes, 9 mai 1996, inedita; contra App. Chambéry, 20 novembre 1996, in Droit Pénal, 1997, Comm. n. 156, 13; Trib. de grande instance de Paris, 4 juillet 1995, in Dict. Perm. Bioet. et Biotec., Bull. n. 23, 12 juillet 1995, 9373; in dottrina: J. Henry Robert, Entrave à l’interruption volontaire de grossesse,inDroit Pénal, 1997, comm. n. 156, 13. S E Z I O N E PENALISTICA 347
S E Z I O N E samantha chernetich PENALISTICA Il diritto della madre all’aborto in Francia 348 bordinata alla prova della legalità degli aborti effettuati, ma si è spinta oltre, riconoscendo a favore delle strutture autorizzate ad effettuare IVG una «presunzione di conformità del loro operato alle prescrizioni della legge» che, a priori, legittimerebbe la loro attività. L’allegata non-conformità dell’art. L 162-15 CSP in riferimento ad alcune convenzioni internazionali ruota intorno al riconoscimento dell’embrione in utero quale persona. La prima Convenzione chiamata in causa è quella di Ginevra del 25 settembre 1926 relativa alla schiavitù, completata da quella del 7 settembre 1956. L’art. 2-b della Convenzione di Ginevra definisce la schiavitù come «lo stato o la condizione di un individuo sul quale si esercitano gli attributi del diritto di proprietà o alcuni di essi»; mentre l’art. 1 lett. d) della Convenzione del settembre 1956 definisce «condizione analoga alla schiavitù» le pratiche in forza delle quali «un bambino o un adolescente minore degli anni diciotto viene consegnato, dai suoi genitori o da uno di essi ovvero dal suo tutore a un terzo, dietro pagamento o meno, in vista dello sfruttamento della persona o del suo lavoro». I ricorrenti sostengono che l’IVG implica una «cessione» del bambino dalla madre alla struttura ospedaliera, finalizzata all’eliminazione del medesimo; ciò determinerebbe un abuso del diritto di proprietà. La Corte in primo luogo ha rilevato che il Preambolo della Convenzione del 1956 esclude dal proprio campo di applicazione «les enfants à naître», essendo la libertà un diritto «que tout être humain acquiert à sa naissance» ( 60 ). Inoltre, come evidenziato da qualche commentatore ( 61 ), l’argomento dell’abuso del diritto di proprietà, diritto reale per eccellenza, è destinato a fallire di fronte all’impossibilità di assimilare il corpo umano ad una cosa. La <strong>sec</strong>onda Convenzione richiamata dai ricorrenti è quella delle Nazioni Unite concernente i diritti del bambino, firmata a New York il 26 gennaio 1990, ratificata dalla Francia con la legge n. 90-548 del 2 luglio 1990. I ricorrenti avevano eccepito un contrasto tra l’art. L 162-15 CSP e l’art. 6-1 della Convenzione che garantisce il diritto alla vita del bambino, l’art. 8 che sancisce il diritto al rispetto della vita familiare del bambino e l’art. 9 <strong>sec</strong>ondo cui il bambino non deve essere separato dai propri genitori contro il suo volere. La Corte rileva che la Convenzione in esame non si applica «qu’à l’enfant, lequel ( 60 )A.Dorsner-Dolivet, note sous Cass. Crim., 31 janvier 1996, inJuris Class. Pén., 1996, II, 22713; in giurisprudenza: App. Orleans, 31 janvier 1995, cit.; App. Versailles, 15 dècembre 1995, inedita. ( 61 )S.Prieur, La répression judiciaire du délit d’entrave à l’IVG, inPetites Affiches, 5 novembre 1997, 133.
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