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l'istituto italiano per gli studi filosofici e gli studi di economia

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contemporanea Che non abbia colto il cambiamento che la<br />

struttura economica e sociale <strong>di</strong> tale società è andata registrando,<br />

non <strong>di</strong>co nei duemila e più anni che ci separano dalla nascita della<br />

filosofia nella lontana Grecia, ma nel mondo occidentale <strong>di</strong> oggi,<br />

Europa e Italia incluse, passando dall’età dell’industrializzazione<br />

a quella della post-industrializzazione, dal moderno al post-moderno<br />

Come un autorevole <strong>stu<strong>di</strong></strong>oso americano (Harold Perkin) ha sostenuto,<br />

il mondo occidentale è entrato, sotto il profilo economico<br />

e sociale, in una nuova rivoluzione: una rivoluzione sociale. La globalizzazione<br />

non ha riguardato solo la trasmissione delle informazioni<br />

e il libero movimento dei capitali e dei mercati, ma ha investito<br />

anche il ruolo delle professioni. Si è andata costituendo una<br />

globalizzazione delle professioni. Tutte le rivoluzioni <strong>di</strong> natura sociale<br />

cominciano in un luogo e si <strong>di</strong>ffondono in altri, a mano a<br />

mano che i vantaggi che producono vengono avvertiti e valutati. In<br />

questi nostri tempi ad agevolarne la <strong>di</strong>ffusione contribuiscono,<br />

<strong>per</strong>ò, anche le forze che dominano l’<strong>economia</strong> globale, cioè le società<br />

multinazionali, che svolgono la loro attività al <strong>di</strong> là delle frontiere<br />

e aggirando i governi. Sono queste società che, nella misura<br />

in cui arrivano a dominare i vari settori, determinano il tipo <strong>di</strong> formazione<br />

professionale ad esse occorrente. Vero è che esse non<br />

hanno ancora completato il loro dominio sull’<strong>economia</strong> e sulla società,<br />

ma la fase <strong>di</strong> transizione che attraversiamo non lascia dubbi<br />

riguardo al loro definitivo affermarsi. Attualmente il mondo è dominato<br />

da circa 37.500 multinazionali, che, nell’insieme, controllano<br />

207.000 società affiliate; nove su <strong>di</strong>eci hanno la loro casa madre<br />

in Paesi sviluppati del Nord America, Europa o Giappone.<br />

Nell’insieme assicurano lavoro, in patria e fuori, a circa 73 milioni<br />

<strong>di</strong> <strong>per</strong>sone, quasi il 10% dei lavoratori retribuiti in tutto il mondo<br />

nei settori non agricoli, e quasi il 20% solo nei Paesi sviluppati. In<strong>di</strong>rettamente,<br />

tramite i sub-appalti, il franchising e i fornitori ad<br />

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