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l'istituto italiano per gli studi filosofici e gli studi di economia

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A questa ricognizione <strong>di</strong> un decisivo momento della storia economica<br />

del Mezzogiorno ha fatto riscontro, nel secondo volume della<br />

collana, un’analisi <strong>di</strong> un nodo della storia economica nazionale. Così<br />

scrive Paolo Frascani nella Premessa al suo volume, Finanza, <strong>economia</strong><br />

ed intervento pubblico dall’unificazione a<strong>gli</strong> anni Trenta:<br />

«Il nostro sistema tributario era ed è un sistema vecchio che non<br />

risponde alle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita economica moderna, ma soprattutto<br />

un sistema che non risponde alle necessità della vita politica <strong>di</strong> un<br />

paese che si vuole or<strong>di</strong>nare secondo criteri e spiriti democratici”.<br />

Questo giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> Ezio Vanoni, del 1951, – bilancio della secolare<br />

evoluzione dell’or<strong>di</strong>namento fiscale nato dall’unificazione nazionale<br />

e preannuncio delle riforme che lo avrebbero profondamente mo<strong>di</strong>ficato<br />

—, deve essere ritenuto ancora attuale. Certo esso lascia intravedere<br />

una fiducia quasi illuministica nelle potenzialità del nuovo<br />

or<strong>di</strong>namento istituzionale non ancora incrinata dalla consapevolezza<br />

dei problemi <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione epocale che la seconda rivoluzione industriale<br />

del paese avrebbe proposto alla riflessione sui fini e su<strong>gli</strong> strumenti<br />

dell’intervento finanziario de<strong>gli</strong> enti pubblici.<br />

«Identica a quella <strong>di</strong> Vanoni appare <strong>per</strong>ò oggi l’aspirazione a<br />

vedere attuati i dettati della carta costituzionale in tema <strong>di</strong> pagamento<br />

dei tributi, aspirazione contraddetta dalla realtà <strong>di</strong> resistenze<br />

ed evasioni frapposte da questa o da quella categoria <strong>di</strong> contribuenti<br />

al funzionamento <strong>di</strong> una macchina burocratica complessa quanto<br />

sostanzialmente inerme. Interrogarsi da storici, piuttosto che da politici<br />

o <strong>stu<strong>di</strong></strong>osi dei fenomeni finanziari, sul senso <strong>di</strong> questa continuità<br />

significa spostare la riflessione sulla peculiarità del « caso » <strong>italiano</strong><br />

dai recinti specialistici della <strong>di</strong>scussione politico-istituzionale o dell’analisi<br />

dei modelli economici, alla <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> un tempo più<br />

lungo, scan<strong>di</strong>to dai ritmi <strong>di</strong> un processo <strong>di</strong> evoluzione che ha inciso<br />

profondamente sulle forme e sui contenuti dell’intervento pubblico<br />

nel sistema economico <strong>italiano</strong>. Tale evoluzione, im<strong>per</strong>niata sulla<br />

costruzione e sul consolidamento delle istituzioni e de<strong>gli</strong> apparati<br />

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