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l'istituto italiano per gli studi filosofici e gli studi di economia

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ceno comprende che una delle caratteristiche fondamentali del<br />

blocco sociale è quella <strong>di</strong> riuscire sempre, con la complicità della<br />

politica e della burocrazia, a svolgere un ruolo <strong>di</strong> «interme<strong>di</strong>azione<br />

finanziaria». Il blocco sociale non crea e non costruisce nulla, ma<br />

si pone come «interme<strong>di</strong>ario» tra le risorse dello Stato e de<strong>gli</strong> enti<br />

pubblici e le imprese, scelte dai concessionari «interme<strong>di</strong>ari»,<br />

quasi sempre tra quelle <strong>di</strong> dubbie capacità e <strong>di</strong> bassi intenti speculativi.<br />

Pertanto, il blocco sociale non è una classe organica e<br />

socialmente ben definita, non si può definire neppur lontanamente<br />

una borghesia industriale o agraria e <strong>per</strong>ciò viene bollato da<br />

Pasquale Saraceno come «residuo feudale». L’originalità del pensiero<br />

<strong>di</strong> Saraceno sta nell’affermazione della natura neofeudale <strong>di</strong><br />

questo «blocco sociale». Esso è la violenza de<strong>gli</strong> interessi privati<br />

che continua quella «eterna rapina» che era la caratteristica delle<br />

forze feudali che si opponevano al sorgere dello Stato moderno nel<br />

Regno <strong>di</strong> Napoli. Quelle forze si trasformarono e si mimetizzarono<br />

sotto la forma <strong>di</strong> società anonime nello Stato unitario, andando<br />

all’assalto delle gran<strong>di</strong> o<strong>per</strong>e pubbliche necessarie alla costruzione<br />

del nuovo Stato: strade, ponti, gran<strong>di</strong> vie <strong>di</strong> comunicazione, la rete<br />

ferroviaria. Contro i concessionari delle o<strong>per</strong>e ferroviarie, Silvio<br />

Spaventa, ministro dei Lavori pubblici, combattè una lotta senza<br />

quartiere tentando <strong>di</strong> far prevalere le leggi dello Stato moderno.<br />

Ma le gran<strong>di</strong> società anonime e il trasformismo <strong>di</strong> Giovanni Nicotera<br />

si allearono <strong>per</strong> liquidare la classe <strong>di</strong>rigente che aveva portato<br />

a compimento la rivoluzione risorgimentale e costruito lo Stato<br />

unitario con le sue leggi fondamentali che apparvero subito come<br />

un ostacolo <strong>per</strong> le forze neofeudali.<br />

Saraceno vedeva che il «blocco sociale», strappando allo Stato<br />

la programmazione, la <strong>di</strong>rezione dei lavori, i collau<strong>di</strong>, la valutazione<br />

delle o<strong>per</strong>e, le regole della contabilità, aveva profanato tutti<br />

i sacri principi dello Stato moderno.<br />

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