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l'istituto italiano per gli studi filosofici e gli studi di economia

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Sicuramente sono importanti azioni politiche che si traducano<br />

in leggi positive (anche se la questione mafia non ha voce, salvo<br />

rare eccezioni, nel linguaggio dei politici), come sono importanti i<br />

protocolli <strong>di</strong> intesa con ministeri e prefetture, quelli <strong>di</strong> legalità ed<br />

i patti territoriali, ma ciò che si richiede è un richiamo all’etica<br />

della responsabilità, non solo da parte de<strong>gli</strong> impren<strong>di</strong>tori e dei<br />

commercianti, ma anche de<strong>gli</strong> agricoltori, che subiscono anch’essi<br />

l’invasività dei gruppi criminali organizzati che impongono i<br />

prezzi, falsificano la pesatura delle merci, pretendono il “pizzo” su<br />

ogni chilogrammo <strong>di</strong> prodotto trasportato, in<strong>di</strong>cano i grossisti <strong>di</strong><br />

loro gra<strong>di</strong>mento.<br />

L’etica della responsabilità, categoria fondata da Max Weber e<br />

ripresa da Hans Jonas, richiede che bisogna rispondere delle conseguenze<br />

preve<strong>di</strong>bili delle proprie azioni: nel nostro caso, se queste<br />

sono incoerenti, della compromissione della gestione libera e<br />

concorrenziale del mercato.<br />

Ciò comporta che, <strong>per</strong> tutti, ed anche <strong>per</strong> le categorie produttive<br />

o che erogano servizi, non è ammissibile non <strong>di</strong>co la collusione<br />

o la sopportazione, ma neppure l’etica della neutralità.<br />

Questo è il forte richiamo, contenuto nella raccomandazione<br />

n.11 del 19 settembre 2001 elaborata dal Comitato dei Ministri del<br />

Consi<strong>gli</strong>o <strong>di</strong> Europa, relativa ai principi guida nella lotta contro la<br />

criminalità organizzata, che suona: «Gli Stati membri dovrebbero<br />

favorire una cultura <strong>di</strong> impresa fondata sulla responsabilità e sull’intolleranza<br />

assoluta <strong>per</strong> le pratiche illegali».<br />

Nella stessa <strong>di</strong>rezione si muove il Trattato che adotta una Costituzione<br />

<strong>per</strong> l’Europa quando, nell’articolo I-3, afferma che l’Unione<br />

offre ai suoi citta<strong>di</strong>ni «… un mercato interno nel quale la<br />

concorrenza è libera e non falsata» e quando introduce nella Carta<br />

dei <strong>di</strong>ritti fondamentali dell’Unione (art. II-76) quello della libertà<br />

<strong>di</strong> impresa.<br />

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