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l'istituto italiano per gli studi filosofici e gli studi di economia

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SVIMEZ nel suo Rapporto del 1990, c’è nel Mezzogiorno una<br />

“rete <strong>di</strong> rapporti” che si è fatta sistema in equilibrio nell’utilizzare<br />

(ovvero, nel non utilizzare al me<strong>gli</strong>o) le risorse <strong>di</strong>sponibili; con la<br />

determinazione <strong>di</strong> trarre comunque qualche vantaggio particolare<br />

e <strong>di</strong> protrarlo nel tempo. Ora che queste risorse si fanno via via<br />

relativamente piú scarse, l’equilibrio <strong>di</strong> adattamento è piú faticoso,<br />

ma sempre <strong>di</strong> equilibrio si tratta, che può essere definito come una<br />

con<strong>di</strong>zione in cui <strong>gli</strong> attori economici interagiscono riproducendo<br />

allo stesso modo attese e valori economico-sociali in assenza <strong>di</strong> un<br />

evento esogeno <strong>di</strong> non facile identificazione.<br />

Assumerei come punto <strong>di</strong> partenza quanto segue: l’equilibrio<br />

nel Mezzogiorno è tale da riassorbire in qualche modo le tendenze<br />

endogene ad un cambiamento <strong>di</strong> ritmo o a una “rottura” <strong>di</strong> “cultura<br />

economica” intesa in senso lato. L’ipotesi è che si tratti <strong>di</strong> un equilibrio<br />

caratterizzato da sottoutilizzazione delle potenzialità dell’area,<br />

quasi il prodotto, avrebbe detto G. Myrdal, <strong>di</strong> un meccanismo <strong>di</strong><br />

“causazione circolare”.<br />

La <strong>di</strong>ffusa “malinconia” che si scorge nelle tante pagine che si<br />

scrivono oggi sul Mezzogiorno, sembra nascere dalla convinzione<br />

che si tratta <strong>di</strong> una parte importante della comunità nazionale che<br />

è oggi, hirschmaniamente, senza uscita e senza voce; mentre ne esistono<br />

altre che sono capaci <strong>di</strong> farsi me<strong>gli</strong>o ascoltare a Roma <strong>per</strong>ché<br />

munite <strong>di</strong> potenti megafoni e portatrici magari anche <strong>di</strong> piú<br />

convincenti progetti.<br />

3. SU QUELLO CHE NON È UTILE NÉ CONVENIENTE FARE<br />

Se il Mezzogiorno vuol tornare a farsi sentire, non deve sba<strong>gli</strong>are<br />

obiettivo nell’usare le poche pallottole che ha in canna.<br />

In primo luogo deve avere in mente quello che è stato scritto in<br />

passato, ma deve porlo praticamente in <strong>di</strong>sparte, <strong>per</strong>ché a poco<br />

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