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l'istituto italiano per gli studi filosofici e gli studi di economia

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L’istituto napoletano ha riacceso nella città <strong>di</strong> Vico e <strong>di</strong> Croce un punto<br />

focale dell’interesse alla <strong>di</strong>ffusione del pensiero, alla riflessione sui temi centrali<br />

da cui non possiamo evadere. Guar<strong>di</strong>amo all’appello.<br />

La instancabile de<strong>di</strong>zione dell’Istituto napoletano alla causa del sa<strong>per</strong>e,<br />

che desta l’ammirazione ne<strong>gli</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>osi non importa <strong>di</strong> qual paese, è posto al<br />

servizio <strong>di</strong> una Weltanschauung che è anche saggezza politica.<br />

Diciamo <strong>di</strong> voler andare oltre il Mercato, verso l’unione promessa dal<br />

Trattato <strong>di</strong> Maastricht. La Comunità-Unione che viene dopo la Comunità-<br />

Mercato costituisce fin da ora un naturale polo d’attrazione <strong>per</strong> tutta l’Europa<br />

e si <strong>di</strong>spone ad acco<strong>gli</strong>ere come suoi componenti altre nazioni.<br />

Chi si lascia ciecamente <strong>di</strong>rigere dalla logica dell’utile in<strong>di</strong>viduale non<br />

vede che il mercato deve svilupparsi in nuova e progre<strong>di</strong>ente struttura della<br />

società europea formata con il cemento dei valori etici, storici e culturali.<br />

L’Unione sarà lo specchio dell’umanità che prepariamo: non un su<strong>per</strong>stato<br />

che annienta le nostre identità nazionali, ma nemmeno una semplice<br />

lega fra sovrani, che non conosce l’in<strong>di</strong>viduo e ne ignora i bisogni ed i<br />

<strong>di</strong>ritti. Al contrario: la scintilla dell’Unione scocca con il riconoscimento <strong>di</strong><br />

una citta<strong>di</strong>nanza europea, affiancata a quella nazionale, e composta dai<br />

<strong>di</strong>ritti economico-sociali, già menzionati dalla <strong>di</strong>sciplina del mercato unico,<br />

ed insieme, beninteso, dai <strong>di</strong>ritti politici e partecipativi ultimamente previsti<br />

dal Trattato <strong>di</strong> Maastricht.<br />

La base della citta<strong>di</strong>nanza europea sta nella libertà <strong>di</strong> circolazione, che<br />

è, a sua volta, circolazione delle libertà, non solo <strong>di</strong> intrapresa ma anche <strong>di</strong><br />

pensiero, <strong>di</strong>ritto <strong>per</strong> ciascuno a fruire senza <strong>di</strong>scriminazioni dello spazio<br />

europeo, anche nella propria formazione umana e professionale.<br />

Vi è così una polis in <strong>di</strong>venire, or<strong>di</strong>nata <strong>per</strong> la prima volta su scala sopranazionale,<br />

nella quale siamo tutti coinvolti. Sappiamo <strong>di</strong> doverla creare con<br />

il possesso <strong>di</strong> una nuova citta<strong>di</strong>nanza. Sarà una cerchia dell’es<strong>per</strong>ienza politica<br />

nella quale, ancora una volta, può regnare la <strong>per</strong>sona umana.<br />

E la conquista <strong>di</strong> un tale nuovo umanesimo ha la forza aggregante dei<br />

gran<strong>di</strong> moti spirituali che non conoscono frontiere.<br />

La citta<strong>di</strong>nanza comune significa molte cose, ma comincia in ogni caso<br />

con il vivere, crescere ed educarsi insieme. La cultura umanistica è una preziosa<br />

scuola <strong>di</strong> conoscenza: unisce i popoli europei pur facendo fecondare<br />

la ricchezza e <strong>di</strong>versità delle culture nazionali.<br />

È un patrimonio comune che dobbiamo, <strong>per</strong>ò, sa<strong>per</strong> rimettere a frutto.<br />

Può l’Unione ospitare una vera Comunità europea della ricerca, della<br />

scienza che non è semplice scientismo<br />

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