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l'istituto italiano per gli studi filosofici e gli studi di economia

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Queste cose servono qualche volta piú all’affarismo meri<strong>di</strong>onale<br />

che allo sviluppo industriale: piú a creare impiegati che a far risorgere<br />

l’<strong>economia</strong> <strong>di</strong> un paese”. A. De Viti de Marco aveva messo in<br />

guar<strong>di</strong>a <strong>per</strong>ché con la spesa pubblica “mirano a tacitarci e non a<br />

curarci”, e qualche economista dei nostri giorni ci ha spiegato che<br />

essa può <strong>di</strong>venire “un’intossicazione <strong>per</strong>icolosa”.<br />

Tutto vero, ma alla con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> riconoscere che <strong>gli</strong> aggregati<br />

macroeconomici hanno pur sempre una loro significatività, <strong>per</strong> cui<br />

può valere la pena insistere sull’obiettivo <strong>di</strong> destinare al Mezzogiorno<br />

una quota importante della complessiva spesa pubblica in<br />

conto capitale del sistema pubblico allargato, e ammettere che nel<br />

mantenimento <strong>di</strong> quell’equilibrio sociale (i cui aspetti negativi<br />

sono sempre da tenere a mente, ma che è pur sempre un fatto <strong>di</strong><br />

stabilità) la spesa pubblica, in particolare quella cosiddetta<br />

“sociale”, è non solo una componente essenziale, ma rappresenta<br />

anche l’unica possibilità <strong>di</strong> mantenere in vita una s<strong>per</strong>anza <strong>di</strong> un<br />

possibile futuro riscatto: questa s<strong>per</strong>anza può essere vista anche<br />

come il minimo in<strong>di</strong>spensabile <strong>per</strong> il quale la durezza del cammino<br />

da intraprendere non <strong>di</strong>viene rassegnazione e quin<strong>di</strong> volontà <strong>di</strong><br />

abbandonare ogni possibilità <strong>di</strong> utilizzare al me<strong>gli</strong>o le proprie possibilità.<br />

C’è da tenere presente che il problema della qualità della spesa<br />

pubblica nel Mezzogiorno <strong>di</strong>viene spesso nel <strong>di</strong>battito politico una<br />

motivazione strumentale <strong>per</strong> negare alla ra<strong>di</strong>ce la motivazione <strong>di</strong><br />

una specifica politica meri<strong>di</strong>onalistica. Ma su un dato <strong>di</strong> fatto è<br />

doveroso richiamare l’attenzione <strong>di</strong> tutti <strong>gli</strong> italiani. Gli obiettivi<br />

quantitativi fissati dai documenti ufficiali governativi in fatto <strong>di</strong><br />

risorse destinate al Mezzogiorno non solo non sono stati rispettati,<br />

ma hanno segnato ad<strong>di</strong>rittura un progressivo peggioramento nella<br />

quota parte destinata all’area meri<strong>di</strong>onale della spesa in conto<br />

capitale. Lo stesso è avvenuto <strong>per</strong> l’obiettivo relativo alla quota<br />

meri<strong>di</strong>onale nel totale della spesa complessiva <strong>per</strong> le aree sottosvi-<br />

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