08.02.2015 Views

l'istituto italiano per gli studi filosofici e gli studi di economia

l'istituto italiano per gli studi filosofici e gli studi di economia

l'istituto italiano per gli studi filosofici e gli studi di economia

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

che si è corso un gran rischio quando qualcuno pensò, a<strong>gli</strong> inizi<br />

de<strong>gli</strong> anni ’90, <strong>di</strong> “abrogare il Mezzogiorno”. I cui problemi <strong>per</strong>sistono<br />

in termini qualitativi, anche limitandosi ad una lettura soltanto<br />

economica dei suoi connotati e come la SVIMEZ puntualmente<br />

ogni anno <strong>di</strong>mostra.<br />

Si pensi all’oggi, quando l’<strong>economia</strong> italiana ha risco<strong>per</strong>to il<br />

coraggio <strong>di</strong> crescere valorizzando ancora la sua capacità <strong>di</strong> esportare.<br />

Secondo i dati piú recenti, nel 2006 rispetto al 2005 le esportazioni<br />

italiane sono cresciute del 9,0% ma solo del 6,8% nell’Italia<br />

meri<strong>di</strong>onale ed insulare. Ma questa ripresa delle esportazioni nel<br />

Mezzogiorno è dovuta praticamente solo ai prodotti petroliferi raffinati,<br />

ai prodotti chimici, a<strong>gli</strong> articoli in gomma e in materie plastiche,<br />

ai mezzi <strong>di</strong> trasporto (con saggi <strong>di</strong> crescita maggiori anche <strong>di</strong><br />

quelli me<strong>di</strong> nazionali), mentre le esportazioni tipiche del Made in<br />

Italy (agricoltura, prodotti alimentari, dell’industria tessile e dell’abbi<strong>gli</strong>amento,<br />

del cuoio e suoi prodotti, del legno, dei mobili, <strong>di</strong><br />

“altri settori” manifatturieri) hanno a mala pena confermato i livelli<br />

del 2005, quando non sono arretrati anche gravemente.<br />

Non pare esistano dunque tanto due Italie a velocità economica<br />

<strong>di</strong>versa, quanto <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa “qualità” economica. Ciò sembra essere<br />

confermato da due notazioni. Se, nell’insieme, i pur <strong>di</strong>scussi<br />

“<strong>di</strong>stretti industriali” hanno mostrato nel centro e nel Nord Italia<br />

una buona vitalità ed una forte recente capacità <strong>di</strong> ristrutturarsi,<br />

nel Mezzogiorno sono apparsi deboli e con una sopravvivenza <strong>di</strong>fficile.<br />

Per converso, se in tante regioni italiane l’occupazione “precaria”<br />

sembra essere un modo (od un costo, a seconda dei punti <strong>di</strong><br />

vista) <strong>per</strong> <strong>di</strong>venire poi occupazione “stabile”, nel Mezzogiorno la<br />

con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> “precario” tende a durare una vita intera e a <strong>di</strong>venire<br />

una trappola senza uscita.<br />

C’è dunque qualcosa <strong>di</strong> irrisolto nella vicenda meri<strong>di</strong>onale che<br />

tende a renderla sempre simile a se stessa. Come aveva già detto la<br />

14

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!