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l'istituto italiano per gli studi filosofici e gli studi di economia

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cento sulla minaccia <strong>di</strong> queste sofferenze, dovrebbe spingerci a<br />

porci delle domande. C’è sicuramente, in questa sollecitu<strong>di</strong>ne dei<br />

gran<strong>di</strong> predatori egoisti e dei loro portavoce governativi, una<br />

quota <strong>di</strong> propaganda finalizzata a convincerci della necessità <strong>di</strong><br />

mettere mano al portafo<strong>gli</strong>o <strong>per</strong> riportare a galla le Banche e le istituzioni<br />

finanziarie i cui responsabili si sono ingozzati a nostre<br />

spese <strong>di</strong> stock options e <strong>di</strong> paracadute dorati. La loro repentina<br />

compassione è più che sospetta. La reazione <strong>di</strong> A. Wade, presidente<br />

del Senegal, mi è sembrata molto più sana. Interrogato dai<br />

me<strong>di</strong>a sulla crisi vista dal punto <strong>di</strong> vista dell’Africa, e<strong>gli</strong> è scoppiato<br />

a ridere. Non ha dovuto tormentarsi troppo <strong>per</strong> trovare<br />

miliar<strong>di</strong> <strong>per</strong> salvare le banche africane <strong>per</strong> l’ottima ragione che non<br />

esistono banche africane...<br />

«Cosa potrebbe accadere <strong>di</strong> me<strong>gli</strong>o a<strong>gli</strong> abitanti dei paesi poveri<br />

– nota giu<strong>di</strong>ziosamente Hervé René Martin – che vedere il loro<br />

PIL <strong>di</strong>minuire La crescita del loro PIL non misura infatti nient’altro<br />

che la crescita dell’emorragia.<br />

«Più esso aumenta, più la natura è <strong>di</strong>strutta, <strong>gli</strong> uomini alienati,<br />

i sistemi <strong>di</strong> solidarietà smantellati, le tecniche semplici ma efficaci<br />

e i sa<strong>per</strong>i ancestrali buttati e <strong>di</strong>menticati. Decrescere, <strong>per</strong> <strong>gli</strong> abitanti<br />

dei paesi poveri significherebbe quin<strong>di</strong> preservare il loro<br />

patrimonio naturale, abbandonare le fabbriche da sudore <strong>per</strong><br />

riprendere i rapporti con l’agricoltura, l’artigianato e il piccolo<br />

commercio, riprendere in mano il loro destino comune» 1<br />

Effettivamente, già abituati a vivere arrangiandosi, a<strong>gli</strong> Africani<br />

dell’informale non può andare peggio. Questa crisi potrebbe <strong>per</strong>fino<br />

costituire <strong>per</strong> loro una opportunità <strong>per</strong> liberarsi dalle catene<br />

della <strong>di</strong>pendenza economica se essi riuscissero a rom<strong>per</strong>e quelle<br />

dell’immaginario.<br />

1<br />

Hervé René Martin, Éloge de la simplicité volontarie, Flammarion, 2007, p. 190.<br />

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