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l'istituto italiano per gli studi filosofici e gli studi di economia

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tata <strong>di</strong> mano, ma è anche da rifiutare il facile rifugio <strong>di</strong> affidarsi a<br />

“tempi lunghi”. Questa prospettiva va abbandonata <strong>per</strong>ché non<br />

corretta in chiave <strong>di</strong> metodo. Lo sviluppo economico non procede<br />

necessariamente a ritmi preve<strong>di</strong>bili e costanti. Ciò che non<br />

è accaduto <strong>per</strong> secoli, può accadere in pochi anni. Si hanno<br />

esempi <strong>di</strong> aree che sono state un problema <strong>per</strong> molto tempo e<br />

sono poi <strong>di</strong>ventate protagoniste aggressive, in breve <strong>per</strong>iodo,<br />

nella <strong>economia</strong> mon<strong>di</strong>ale. Nasce dunque la necessità – che è un<br />

dovere democratico da tutti avvertito – <strong>di</strong> mantenere in vita la<br />

possibilità che il Mezzogiorno possa d’improvviso accelerare il<br />

passo del suo riscatto co<strong>gli</strong>endo un’occasione che si presenta in<br />

termini <strong>di</strong>versi dal passato oppure che la trovi in con<strong>di</strong>zioni piú<br />

favorevoli <strong>per</strong> valorizzare tutte le possibilità fino ad allora inutilizzate.<br />

L’affermarsi <strong>di</strong> uno “spazio me<strong>di</strong>terraneo” potrebbe rappresentare<br />

– solo ad esempio – questa opportunità. Ma, in proposito,<br />

c’è un risvolto da sottolineare: la valorizzazione del Mezzogiorno<br />

nello “spazio me<strong>di</strong>terraneo” potrebbe rappresentare una<br />

opportunità al <strong>di</strong> fuori delle potenzialità naturali <strong>di</strong> altre regioni,<br />

ed una politica secondo la quale l’interesse del Mezzogiorno<br />

coincide con quello nazionale. In questa “non conflittualità” c’è<br />

un settore, quello turistico, troppo spesso sottovalutato. Nel<br />

Centro-Nord si hanno sempre piú <strong>di</strong>ffusi fenomeni <strong>di</strong> congestione<br />

che producono costi crescenti nella produzione <strong>di</strong> servizi<br />

turistici oppure nel rendere la crescita del turismo “compatibile”<br />

e “sostenibile”.<br />

Nel Mezzogiorno il capitale turistico è me<strong>di</strong>amente sottoutilizzato,<br />

<strong>per</strong> cui l’attività potrebbe essere prodotta a costi, privati e<br />

sociali, decrescenti. L’unica possibilità <strong>per</strong> attivare una robusta<br />

nuova corrente <strong>di</strong> flussi turistici in Italia è mettere a coltura il Mezzogiorno,<br />

con vantaggi della intera <strong>economia</strong> nazionale.<br />

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