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l'istituto italiano per gli studi filosofici e gli studi di economia

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cerimonia si compie alla luce del sole ed il suo rituale è lo stesso in<br />

tutte le parti del mondo ed è la stessa <strong>per</strong> tutti; in altri richiede l’intervento<br />

<strong>di</strong> molte <strong>per</strong>sone che agiscono in ambiti ristretti, conosciute<br />

da pochi e che non vo<strong>gli</strong>ono essere conosciute da tutti. La<br />

<strong>di</strong>fferenza è <strong>di</strong> grande momento: in un caso è il sistema delle regole<br />

determinate dal sistema giuri<strong>di</strong>co che organizza <strong>gli</strong> atti; ne<strong>gli</strong> altri<br />

sono questi ultimi che si fanno una specie <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ce autonomo, talvolta<br />

conosciuto da pochi, talaltra fatto <strong>di</strong> minacce. Nel primo caso<br />

si formano liberamente dei prezzi in un mercato regolamentato;<br />

nell’altro i flussi <strong>di</strong> costi e ricavi nascono da rapporti <strong>di</strong> subor<strong>di</strong>nazione,<br />

da scarsa informazione, da impe<strong>di</strong>menti ad averla; in un caso<br />

le regole, varate da autorità legittime, creano or<strong>di</strong>ne, efficienza, certezza;<br />

nell’altro le regole sono quelle del clan che creano <strong>di</strong>scriminazione,<br />

oppure <strong>di</strong>vengono consuetu<strong>di</strong>ne a favore <strong>di</strong> qualcuno.<br />

Nel Mezzogiorno <strong>italiano</strong> coesistono ed avvengono contemporaneamente<br />

cerimonie tipiche <strong>di</strong> una società capitalistica avanzata<br />

ed altre proprie <strong>di</strong> una <strong>economia</strong> relazionale che prevede tecniche<br />

metaeconomiche nel rapportarsi con le <strong>per</strong>sone e con le istituzioni,<br />

ma nella sua versione <strong>di</strong> “<strong>economia</strong> incivile”.<br />

In termini economici: si può s<strong>per</strong>are che in un caso un giusto profitto<br />

riconosca i meriti <strong>di</strong> chi intraprende; c’è il timore che ne<strong>gli</strong> altri<br />

casi si anni<strong>di</strong>no tante posizioni <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>ta che ricordano i vecchi<br />

“<strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> transito”. Il fatto è che l’obiettivo del profitto produce<br />

innovazione ed efficienza; quello della ren<strong>di</strong>ta immobilismo ed<br />

avversione ai cambiamenti.<br />

Nell’equilibrio indubbiamente avvertibile nella <strong>economia</strong> e<br />

nella società meri<strong>di</strong>onale, è da ravvisare anche il modo in cui o<strong>per</strong>a<br />

il mercato della politica che non è solo il mercato del voto (da intendere<br />

nel senso nobile della competizione fra programmi elettorali).<br />

Anche qui l’evidenza delle ricerche non è consolante: sembra si<br />

debba <strong>di</strong>re che è l’equilibrio socio-economico <strong>di</strong> cui si è detto che<br />

con<strong>di</strong>ziona la scelta dell’elettore, mentre il soggetto politico che<br />

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