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l'istituto italiano per gli studi filosofici e gli studi di economia

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società» si va sostituendo la «mera concorrenza» <strong>per</strong> accaparrarsi<br />

risorse pubbliche, con la conseguenza che la progettazione non è<br />

piú «volta esclusivamente al <strong>per</strong>seguimento <strong>di</strong> finalità <strong>di</strong> reale interesse<br />

pubblico».<br />

La tensione morale che anima Pasquale Saraceno, dunque,<br />

quella tensione all’universale che <strong>gli</strong> fa <strong>di</strong>re che l’essenza della questione<br />

meri<strong>di</strong>onale è <strong>di</strong> natura etico-politica, non è sovrapposizione<br />

<strong>di</strong> un astratto moralismo alle ragioni dell’<strong>economia</strong>. In lui il<br />

rigore morale fa tutt’uno col rigore scientifico e tecnico, <strong>per</strong> cui si<br />

può ben a ragione affermare che Saraceno è stato, con la sua riflessione<br />

e con la sua o<strong>per</strong>a, un esempio vivente, oggi piú che mai da<br />

ad<strong>di</strong>tare alle giovani generazioni, <strong>di</strong> come possano e debbano<br />

andare insieme <strong>economia</strong> e etica, e non <strong>per</strong> mera giustapposizione,<br />

ma <strong>per</strong>ché una riflessione en économiste che vo<strong>gli</strong>a essere seria e<br />

rigorosa presuppone l’impegno <strong>per</strong> il bene pubblico e nello stesso<br />

tempo conferisce concretezza e incisività a questo impegno.<br />

Non stupisce, quin<strong>di</strong>, il fatto che nelle Introduzioni ai Rapporti<br />

si manifesti sempre piú vigorosa, <strong>di</strong> anno in anno, l’in<strong>di</strong>gnazione<br />

<strong>di</strong> Saraceno <strong>per</strong> la <strong>di</strong>storsione crescente cui è sottoposta la spesa<br />

pubblica nel Mezzogiorno sotto la pressione <strong>di</strong> quelle forze che<br />

sono interessate piú ad una ripartizione privatistica dei fon<strong>di</strong> pubblici<br />

che al loro impiego <strong>per</strong> un effettivo sviluppo economico. La<br />

denuncia delle conseguenze <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>storsione <strong>di</strong>venta sempre<br />

piú forte. Non solo essa è in contrasto con l’obiettivo dello sviluppo<br />

economico del Mezzogiorno – non si stanca <strong>di</strong> ripetere<br />

Saraceno – ma soprattutto finisce <strong>per</strong> aggravarne il degrado<br />

morale e civile. Nel 1900 Francesco Saverio Nitti scriveva su “La<br />

Riforma Sociale”: «Il problema <strong>di</strong> Napoli non è dunque soltanto<br />

economico, ma sopra tutto morale: ed è l’ambiente morale che<br />

impe<strong>di</strong>sce qualsiasi trasformazione economica». Novanta anni<br />

dopo Saraceno scrive che la modernizzazione è solo apparente;<br />

con essa convivono fenomeni ere<strong>di</strong>tati da «un lontano passato laz-<br />

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