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l'istituto italiano per gli studi filosofici e gli studi di economia

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Non a caso taluni economisti si sono interrogati sulle cause del<br />

non sempre deciso contrasto dell’<strong>economia</strong> illegale da parte <strong>di</strong><br />

quella legale, prospettando ipotesi alternative che vanno dall’intreccio<br />

<strong>di</strong> interessi al timore che le norme anticriminalità intralcino<br />

la normale conduzione de<strong>gli</strong> affari.<br />

Lo Stato medesimo, in certe epoche, ha tollerato l’affermarsi<br />

<strong>di</strong> attività illegali – penso al contrabbando <strong>di</strong> sigarette a Napoli –<br />

considerate una sorta <strong>di</strong> “ammortizzatore sociale”, una compensazione<br />

al mancato o incerto sviluppo dell’<strong>economia</strong> legale.<br />

Quando poi si è corsi ai ripari <strong>per</strong>ché quelle condotte producevano<br />

danni sul piano sociale e morale ed anche sotto il profilo<br />

dello sviluppo economico, non si sono potuti cancellare i processi<br />

<strong>di</strong> adattamento delle due facce – legale ed illegale – dell’<strong>economia</strong><br />

che, nel frattempo, erano entrati in gioco.<br />

Quanto ho descritto produce, come è stato notato, “sregolazione”,<br />

fenomeno caratterizzato dalla prevalenza dell’incertezza<br />

del <strong>di</strong>ritto (dovuta anche alla lentezza delle procedure, a <strong>di</strong>spetto<br />

della loro «ragionevole durata» evocata dall’art. 111 della Costituzione),<br />

dell’opportunismo, dell’infiltrazione delle organizzazioni<br />

mafiose nella pubblica amministrazione, ne<strong>gli</strong> apparati politici<br />

(specie, ora, in quelli de<strong>gli</strong> enti locali), della mancanza <strong>di</strong> fiducia<br />

istituzionale con effetti ampiamente <strong>di</strong>storsivi anche dei mercati.<br />

Tutto ciò non si sarebbe potuto verificare se i gruppi mafiosi<br />

avessero potuto contare solo sulle <strong>per</strong>sone “formalmente” inserite,<br />

attraverso le varie forme <strong>di</strong> affiliazione, nei loro ranghi.<br />

La sfiducia cui si è fatto cenno – e che, come evidenziano anche<br />

<strong>gli</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> sociali dell’ OCSE, si esprime nei confronti delle istituzioni<br />

ed in particolare della burocrazia – ha creato, invece, nel rapporto<br />

mafia-società, un “blocco sociale mafioso”, la c.d. “zona grigia”<br />

o “borghesia mafiosa” che pur non essendo parte organica del<br />

gruppo criminale, ne è talvolta complice, talaltra connivente o, nel<br />

mi<strong>gli</strong>ore dei casi, portatrice <strong>di</strong> una in<strong>di</strong>fferente neutralità che sem-<br />

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