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l'istituto italiano per gli studi filosofici e gli studi di economia

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Egon Alfred Klepsch<br />

Già Presidente del Parlamento Europeo<br />

L’Europa della cultura*<br />

Vorrei innanzitutto esprimere il mio ringraziamento all’Istituto Italiano<br />

<strong>per</strong> <strong>gli</strong> Stu<strong>di</strong> Filosofici, del quale siamo tutti ospiti qui, in questo antico e<br />

glorioso Palazzo Serra <strong>di</strong> Cassano. Abbiamo offerto al convegno il patrocinio<br />

del Parlamento europeo, e <strong>di</strong> buon grado abbiamo accolto l’invito a<br />

presenziare ai lavori. Porgere il nostro saluto ci rende ora particolarmente<br />

lieti, poiché, attraverso <strong>gli</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> e l’es<strong>per</strong>ienza che abbiamo maturato, da<br />

citta<strong>di</strong>ni, nelle istituzioni nazionali e nelle istituzioni unitarie della nuova<br />

Europa, abbiamo ben potuto riconoscere quanto sia stato determinante,<br />

<strong>per</strong> il fiorire dell’ideale politico dell’unità europea, l’o<strong>per</strong>a secolare, trava<strong>gli</strong>ata<br />

e appassionata, della cultura dell’età che chiamiamo moderna. È alla<br />

storia, alla cultura, alla religione che <strong>per</strong> secoli hanno formato i nostri spiriti<br />

che occorre fare riferimento <strong>per</strong> affrontare uno dei maggiori problemi<br />

<strong>di</strong> oggi: come possono e debbono intrecciarsi le esigenze delle singole<br />

nazioni, <strong>di</strong> unità entro i propri confini e <strong>di</strong> identità nazionale ben garantita,<br />

e l’esigenza comune a tutte <strong>di</strong> dare corpo e sostanza al <strong>di</strong>segno unitario<br />

entro un grande organismo comunitario È un tema da considerare con spirito<br />

a<strong>per</strong>to e con coraggio, lasciando cadere le grossolane ipotesi semplificatrici;<br />

nessuna trascuratezza può esser consentita <strong>di</strong> fronte alle culture<br />

nazionali, che hanno il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> conservare e svolgere la loro identità specifica,<br />

ciò che <strong>per</strong> ciascun popolo è sempre la più significativa delle conquiste<br />

storiche ed è punto <strong>di</strong> partenza obbligato <strong>per</strong> le conquiste successive.<br />

Un’Europa al livello delle sue tra<strong>di</strong>zioni non potrebbe certo costruirsi nella<br />

violazione <strong>di</strong> tali <strong>di</strong>ritti; e <strong>per</strong>ciò siamo tenuti a rifiutare, se vo<strong>gli</strong>amo fare<br />

* Testo del <strong>di</strong>scorso pronunciato in lingua italiana in occasione del Convegno sull’Europa,<br />

tenutosi il 5 settembre 1993 in Napoli nella sede dell’Istituto Italiano <strong>per</strong> <strong>gli</strong> Stu<strong>di</strong> Filosofici.<br />

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