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l'istituto italiano per gli studi filosofici e gli studi di economia

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Mario Pagano e della loro teorizzazione, costruita sulle orme <strong>di</strong><br />

Vico, della faticosa formazione e della faticosissima e drammaticissima<br />

affermazione dello Stato e della sua giuris<strong>di</strong>zione contro<br />

<strong>gli</strong> interessi soffocanti e implacabili della «violenza privata», solo<br />

in questo quadro si può comprendere l’immenso valore dell’impostazione<br />

teorica e della batta<strong>gli</strong>a solitaria <strong>di</strong> Pasquale Saraceno<br />

contro quel «blocco sociale» che è la robustissima sopravvivenza<br />

dei «residui feudali» e della «violenza privata» che Benedetto<br />

Croce chiamava «eterna rapina».<br />

L’alternativa, quin<strong>di</strong>, non è una lotta <strong>di</strong> classe dei conta<strong>di</strong>ni e<br />

de<strong>gli</strong> o<strong>per</strong>ai contro il blocco industriale-agrario, ma la lotta dello<br />

Stato e della giuris<strong>di</strong>zione contro i robusti «residui feudali», cioè<br />

contro quei predoni, contro quella borghesia tra<strong>di</strong>zionalmente<br />

parassitaria che ha rifiutato il ruolo <strong>di</strong> protagonista nell’industrializzazione<br />

del Mezzogiorno e che al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> ogni logica <strong>di</strong> classe<br />

ha <strong>per</strong>seguito una sola mira: il saccheggio del pubblico erario<br />

attraverso quelle procedure <strong>di</strong>storte, que<strong>gli</strong> strumenti illegali e<br />

quelle “programmazioni” finalizzate a<strong>gli</strong> interessi della «violenza<br />

privata» che il «blocco sociale» ha imposto <strong>di</strong> continuo al potere<br />

legislativo e al potere esecutivo dello Stato.<br />

La vera natura della contrad<strong>di</strong>zione esistente nel Mezzogiorno<br />

d’Italia non è una contrad<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> classe: il vero scontro è quello<br />

tra il potente, implacabile e spietato «blocco sociale» e lo Stato, tra<br />

la cultura mafiosa, cioè la cultura del non Stato, e la vera cultura<br />

che è quella delle istituzioni. Il vero obiettivo del «blocco sociale»<br />

non è lo sfruttamento del lavoro dei conta<strong>di</strong>ni e de<strong>gli</strong> o<strong>per</strong>ai, ma è<br />

il saccheggio del pubblico erario attraverso procedure <strong>di</strong>storte e<br />

deroghe legislative e la riduzione a plebe, a mafia e camorra, <strong>di</strong> una<br />

parte delle nuove generazioni. Viene cosí impe<strong>di</strong>ta nel Mezzogiorno<br />

ogni possibilità <strong>di</strong> vita democratica e soffocato il respiro e<br />

l’affermazione dello Stato moderno. La violenza privata costringe<br />

intere popolazioni a vivere nella cultura del degrado, in una realtà<br />

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