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l'istituto italiano per gli studi filosofici e gli studi di economia

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poco dopo avvicinata tutta la società italiana, fu in quell’occasione,<br />

che, dalla relativamente compiaciuta sod<strong>di</strong>sfazione <strong>per</strong> il lavoro<br />

compiuto, si incominciò a passare all’analisi dei problemi che l’innovazione<br />

proiettava sul lavoro dello storico. Un convegno, quello<br />

romano, non certo omogeneo: ma proprio nella varietà de<strong>gli</strong><br />

accenti emersi, tale da esprimere la sensibilità, tipica <strong>di</strong> De Rosa, a<br />

co<strong>gli</strong>ere dai sintomi emergenti le novità, i problemi, i rischi;<br />

soprattutto i rischi con i quali la storiografia italiana avrebbe<br />

dovuto misurarsi ne<strong>gli</strong> anni successivi. Non rischi metaforici o<br />

«astratti furori», bensì problemi pratici concreti, problemi <strong>di</strong> organizzazione<br />

e, al tempo stesso, problemi emergenti dal <strong>di</strong>battito sul<br />

cambiamento in atto nella società italiana e sullo stesso modo <strong>di</strong><br />

intenderlo.<br />

De Rosa avviò i lavori <strong>di</strong> quel convegno con parole che rispecchiavano<br />

un allarme inconsueto in un uomo della sua indole:<br />

«L’origine <strong>di</strong> questo convegno», <strong>di</strong>sse, «[...] non nasce dal bisogno<br />

<strong>di</strong> affermare il ruolo della Storia e de<strong>gli</strong> storici, i <strong>per</strong>corsi formativi<br />

<strong>per</strong> i docenti <strong>di</strong> storia, la tipologia dei linguaggi necessari allo storico,<br />

il confronto con altre storiografie, o il bilancio della attività<br />

storiografica ventennale ecc.; nasce dal fatto che sono state messe<br />

in <strong>di</strong>scussione, puntando a mo<strong>di</strong>ficarle, se non a sostituirle del<br />

tutto, le regole <strong>di</strong> accertamento delle specializzazioni, che avevamo<br />

trovate e rispettate, e che avevano dato frutti nel complesso sod<strong>di</strong>sfacenti,<br />

tanto sod<strong>di</strong>sfacenti che la storiografia italiana in questi<br />

ultimi venti anni – come emerso ad Arezzo – aveva potuto compiere<br />

progressi mai registrati in passato, più che <strong>di</strong>stinguendosi nel<br />

rapporto con le più avanzate storiografie europee [...] Il problema<br />

in breve è questo: si sente affermare che in seno all’organo consultivo<br />

nazionale del Ministero della Pubblica Istruzione [allora competente<br />

<strong>per</strong> i problemi dell’università], il C.U.N., si stia determinando<br />

la tendenza a far rientrare le specializzazioni storiografiche,<br />

che erano andate delineandosi e consolidandosi nell’ambito del-<br />

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