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l'istituto italiano per gli studi filosofici e gli studi di economia

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allarga subito e coerentemente alla politica economica dello Stato<br />

nel suo complesso e alla stessa unità nazionale. Infatti, «l’obiettivo<br />

dell’unificazione economica [....] non può essere affidato esclusivamente<br />

all’intervento straor<strong>di</strong>nario, ma richiede che il vincolo<br />

meri<strong>di</strong>onalistico sia presente nella determinazione delle politiche<br />

nazionali». Si aggiunga – ed è il punto fondamentale – che Saraceno,<br />

sempre nella stessa pagina che abbiamo citato, afferma che<br />

la specificità «dell’or<strong>di</strong>namento» dell’intervento statale nel Mezzogiorno<br />

«non è in contrasto con la concezione fortemente unitaria<br />

che ha sempre ispirato il meri<strong>di</strong>onalismo. Si potrebbe anzi <strong>di</strong>re<br />

che la separazione de<strong>gli</strong> or<strong>di</strong>namenti, in quanto strumento dell’unificazione<br />

economica e sociale del Paese, è esattamente con<strong>di</strong>zione<br />

<strong>per</strong> prevenire l’insorgenza <strong>di</strong> tentazioni e velleità <strong>di</strong> separatismo».<br />

Qualche mese prima della pubblicazione del Rapporto 1984, e<br />

precisamente il 19 maggio dello stesso anno, durante la conferenza<br />

sul tema “Il nuovo meri<strong>di</strong>onalismo”, tenuta a Napoli presso l’Istituto<br />

Italiano <strong>per</strong> <strong>gli</strong> Stu<strong>di</strong> Filosofici, Saraceno aveva pronunciato<br />

parole analoghe, in cui si avvertiva la preoccupazione <strong>per</strong> i primi<br />

forsennati attacchi all’unità nazionale: «In sostanza l’intervento<br />

straor<strong>di</strong>nario costituisce una forma <strong>di</strong> separazione in due parti<br />

della nostra <strong>economia</strong>, separazione temporanea che, circoscritta<br />

alla sola politica <strong>di</strong> sviluppo economico, può coesistere con il <strong>per</strong>manere<br />

dell’unità politica; anzi esso ha come obiettivo quello <strong>di</strong><br />

rafforzare l’unità».<br />

Saraceno è stato un grande statista e un grande patriota, ma si<br />

ba<strong>di</strong> bene, uno statista e un patriota che non amava l’Italia in<br />

modo astratto e non riduceva i suoi problemi a problemi <strong>di</strong> tecnica<br />

economica, rita<strong>gli</strong>ati al <strong>di</strong> fuori della storia e <strong>di</strong> una visione umanistica.<br />

E<strong>gli</strong> amava <strong>di</strong>s<strong>per</strong>atamente la sua gente ed in questo sentimento<br />

vivevano aspetti <strong>di</strong>versi della sua forte e poliedrica <strong>per</strong>sonalità:<br />

l’uomo <strong>di</strong> Stato e il maestro <strong>di</strong> scienza economica, il tecnico<br />

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