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l'istituto italiano per gli studi filosofici e gli studi di economia

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1. La prima e<strong>di</strong>zione napoletana in due volumi, che recano<br />

rispettivamente la data 1765 e 1767, stampata dai fratelli de<br />

Simone.<br />

2. L’e<strong>di</strong>zione milanese curata da Troiano Odazi, in due tomi in<br />

un volume, pubblicata a Milano, nel 1768, <strong>per</strong> i tipi <strong>di</strong> Federico<br />

Agnelli.<br />

3. La seconda e<strong>di</strong>zione napoletana, in due volumi, che recano<br />

rispettivamente la data 1768 e 1770, sempre presso la stam<strong>per</strong>ia<br />

simoniana.<br />

L’e<strong>di</strong>zione da me curata presenta il testo della seconda e<strong>di</strong>zione<br />

napoletana, in<strong>di</strong>cata come C, con l’apparato delle varianti relativa<br />

alla prima napoletana, in<strong>di</strong>cata come A e alla milanese, in<strong>di</strong>cata<br />

come B.<br />

La lettura comparata dei tre testi <strong>di</strong>mostra come le Lezioni<br />

siano una sorta <strong>di</strong> work in progress, il frutto <strong>di</strong> una riflessione<br />

<strong>per</strong>ennemente in fieri.<br />

Già il cambiamento del titolo rispetto a<strong>gli</strong> Elementi attesta la<br />

mutata prospettiva. Le Lezioni, infatti, anche se il loro autore le<br />

definiva ancora, con apparente modestia, “<strong>gli</strong> atti della mia<br />

scuola”, quasi a sottolinearne l’imme<strong>di</strong>atezza e le finalità <strong>di</strong>dascalica,<br />

rappresentano una sintesi complessa, pur se spesso ridondante,<br />

il frutto <strong>di</strong> uno sforzo onnicomprensivo, che tende a coagulare<br />

nel testo tutte le tensioni intellettuali e politiche <strong>di</strong> que<strong>gli</strong> anni.<br />

Ne emerge la necessità <strong>di</strong> una lettura attenta alla intertestualità,<br />

che costituisce una caratteristica sempre piú evidente della scrittura<br />

genovesiana. La redazione dell’o<strong>per</strong>a appare sorretta da una<br />

memoria interna attraverso la quale Genovesi riutilizza e riorganizza<br />

continuamente i materiali della sua riflessione, sotto la spinta<br />

delle circostanze esterne, che ne fanno un testo <strong>di</strong> letteratura militante,<br />

ma anche <strong>di</strong> un’attenzione sempre piú mirata a<strong>gli</strong> strumenti,<br />

ai luoghi, alle modalità attraverso i quali una cultura rinnovata<br />

possa <strong>di</strong>ffondersi e organizzarsi in una sfera pubblica, nella quale<br />

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