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Dispense

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2.2. INTERVALLI DI CONFIDENZA 117<br />

Esempio 61 Xn = X1+:::+Xn<br />

n è un buon stimatore di . Ma, ad esempio nel caso in cui<br />

X sia gaussiana, Xn ha una densità positiva su tutto l’asse reale, cioè può assumere (anche<br />

se con probabilità piccolissima) valori arbitrariamente grandi (positivi e negativi), quindi<br />

arbitrariamente distanti da . E’ impossibile sperare in un teorema del tipo Xn <<br />

(senza ulteriori limitazioni).<br />

L’esempio precedente però suggerisce la via di uscita: potrebbe valere Xn < con<br />

elevata probabilità. Questa è la natura dei risultati che possiamo cercare: stime dell’errore<br />

corredate di limitazioni sulla loro probabilità di essere valide.<br />

Enunciamo una proposizione sulle gaussiane e vediamone le conseguenze. Ricordiamo che<br />

indichiamo con (x) e q la cdf ed il quantile della normale standard, rispettivamente.<br />

Proposizione 17 Sia X gaussiana, N ; 2 . Fissato > 0, vale<br />

Viceversa, …ssato 2 (0; 1), vale<br />

P Xn < = 2<br />

P Xn < q1 2 p<br />

n<br />

Proof. Sappiamo che Xn è una gaussiana N ;<br />

P < Xn < + =<br />

=<br />

= 2<br />

2<br />

n<br />

( + )<br />

= p n<br />

p<br />

n<br />

p n<br />

p n<br />

1:<br />

= 1 : (2.1)<br />

. Allora<br />

Questo dimostra la prima identità. Fissato 2 (0; 1), poniamo<br />

2<br />

p<br />

n<br />

1 = 1 :<br />

Si trova<br />

p n = 1<br />

p n = q1 2<br />

2<br />

1:<br />

= q1 2 p :<br />

n<br />

Questo conclude la dimostrazione anche della seconda identità.<br />

p n<br />

( )<br />

= p n

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