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Dispense

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4.1. INTRODUZIONE 191<br />

di una fase attuale univoca del processo …sico, economico ecc. in questione. Non c’è però una<br />

bacchetta magica matematica per giudicare l’omogeneità di una serie; ci possono essere varie<br />

idee buone e parziali; per cui alla …ne, visto il tempo che costano e la parzialità dei risultati,<br />

magari si decide di fare il taglio della serie ad occhio.<br />

Va sempre tenuto presente che<br />

il processore più potente resta la nostra mente.<br />

In altre parole, i migliori previsori siamo noi, non i metodi matematici. Questa frase però<br />

è vera solo in parte o sotto opportune condizioni. Ad esempio, non è detto che noi, come<br />

strumento di previsione, siamo abbastanza istruiti, abbastanza allenati. Potrebbero sfuggirci,<br />

ad esemio nella fase di analisi dei dati passati, degli aspetti che non sfuggono ad un metodo<br />

matematico. Questo non signi…ca che esso sia superiore, solo che noi non ci siamo allenati<br />

abbastanza, non abbiamo ragionato su un numero su¢ ciente di esempi, comparando varie<br />

situazioni. Un enorme vantaggio che abbiamo sui metodi matematici è la capacità innata di<br />

mettere in gioco tantissime variabili contemporaneamente. Prima si diceva che studieremo<br />

la previsione di una serie basata solo sui valori di quella serie. Se ci a¢ diamo al nostro<br />

intuito invece che alla matematica e conosciamo il problema concreto da cui è stata estratta<br />

quella serie, non possiamo fare a meno di utilizzare un sacco di altre informazioni, per fare la<br />

previsione, oltre a quelle che provengono dai dati passati della serie stessa. Questa potenza<br />

però pone anche dei limiti: da un lato potrebbe portarci a dare previsioni meno obiettive;<br />

dall’altro potrebbe deviare la nostra attenzione da un’attenta analisi dei dati passati della<br />

serie, troppo con…ndenti nell’uso intuitivo di varie informazioni esogene. Torniamo al punto,<br />

quindi, che potremmo non esserci allenati abbastanza, potremmo fare peggio di un algoritmo<br />

matematico non perché non abbiamo la capacità di fare altrettanto bene ma perché siamo<br />

distratti da troppe informazioni, non sappiamo di dover guardare ad alcune di esse ecc. In<br />

conclusione:<br />

fermo restando che il nostro metro di giudizio può essere il migliore, completiamo la<br />

nostra capacità previsiva tramite le informazioni o¤erete da metodi matematici.<br />

Va aggiunto che, se proviamo in pratica a fare previsioni ad occhio, ci scontriamo con<br />

un banale problema un po’ psicologico: magari abbiamo chiarissimo in che direzione deve<br />

andare la previsione, nella sostanza, ma stabilire il valore esatto del numero xn+1 ci mette<br />

in imbarazzo. Intuiamo con chirezza, magari, che esso sarà un po’maggiore di xn (per fare<br />

un esempio), ma ci blocchiamo di fronte al problema di dichiarare il suo valore numerico.<br />

Siamo degli ottimi previsori vaghi. Abbiamo capacità impareggibili di previsione vaga, dei<br />

più svariati fenomeni, ma se dovessimo tradurle in singoli numeri precisi ci bloccheremmo,<br />

cominceremmo a dire che però non siamo sicuri, che anche un po’di più o un po’di meno<br />

va bene lo stesso. Facciamo continuamente previsioni vaghe, senza accorgercene; si pensi a<br />

quando attraversiamo una strada; ma se dovessimo quanti…care velocità o distanza dei veicoli,<br />

saremmo in grande di¢ coltà. Allora, nella sua crudezza, l’algoritmo matematico ci toglie da<br />

questo impaccio psicologico. Dev’essere chiaro che il valore preciso o¤erto dall’algoritmo non<br />

ha nessuna proprietà di assolutezza, non c’è nessun motivo per credere che sia più giusto di<br />

uno molto vicino a lui, solo che l’algoritmo lo pronucia e noi non riusciremmo a farlo.

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