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Dispense

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1.3. ESEMPI 69<br />

sia come formula analitica sia per il calcolo numerico, è più conveniente dal punto di vista<br />

dell’identi…cazione del modello, o più propriamente della stima dei parametri del modello.<br />

Vediamo il motivo.<br />

Supponiamo di essere i gestori di un certo servizio. In alcuni casi particolari conosciamo<br />

il numero nmax di potenziali clienti, in altri casi no: si pensi al numero di correntisti di<br />

una banca (il numero complessivo è noto) ed al numero di coloro che potrebbero recarsi ad<br />

un distributore per un rifornimento (ignoto). Come gestori, vorremmo creare un modello<br />

matematico del numero aleatorio X di persone che e¤ettivamente chiedono il nostro servizio,<br />

in un certo lasso di tempo (es. un giorno): da tale modello potremo poi calcolare grandezze<br />

medie e probabilità come quelle degli esempi del paragrafo precedente. Come identi…chiamo<br />

un buon modello?<br />

Chiediamoci quali dati reali, sperimentali, possiamo raccogliere, per decidere tra binomiale<br />

e Poisson e stimare i parametri. Il dato più semplice è il numero di clienti, in n casi<br />

simili a quello in questione, quindi un campione x1; :::; xn estratto dalla v.a. X. Si tratta<br />

di registrare per n giorni il numero realmente accaduto di clienti che si sono presentati.<br />

Con esso possiamo calcolare la media aritmetica x = x1+:::+xn<br />

n<br />

e considerarla come approssi-<br />

mazione sperimentale della media vera E [X]. Ma allora ecco la risposta: dai dati sperimentali<br />

stimiamo direttamente il parametro = E [X] se stiamo ipotizzando un modello di Poisson,<br />

mentre non stimiamo direttamente né nmax né p ma solo il prodotto nmaxp se stiamo ipotizzando<br />

un modello binomiale. Ovviamente, se nmax ci è noto, usando x possiamo stimare p<br />

x<br />

tramite il numero nmax . Ma se nmax non è noto, non possiamo risalire a p, per lo meno non<br />

in questo modo. In conclusione, ci sono varie ragioni per a¤ermare che dai dati sperimentali<br />

è più naturale stimare il parametro di un modello di Poisson, che quindi risulta preferibile.<br />

1.3.4 Processo di Bernoulli, ricorrenze, v.a. geometriche<br />

De…nizione 22 Chiamiamo processo di Bernoulli di parametro p una successione (Xn) di<br />

v.a. indipendenti B (1; p). Le v.a. Xn vengono pensate come “prove”, esperimenti. Quando<br />

vale Xn = 1, si parla di successo al prova n-esima. Il numero di successi nelle prime n prove<br />

è la v.a. Sn = X1 + ::: + Xn. L’istante del primo successo è la v.a. T = min fn : Xn = 1g.<br />

Osservazione 30 Applichiamo alcuni teoremi noti: i) il numero di successi nelle prime n<br />

prove, Sn, è una binomiale B (n; p); ii) per n grande e p piccolo, è approssimativamente una<br />

Poisson P( ) con = np.<br />

Vediamo di capire queste de…nizioni in un esempio. Studiamo una zona costiera in cui il<br />

tempo cambia rapidamente ed esaminiamo i giorni di pioggia rispetto a quelli in cui non c’è<br />

alcuna precipitazione. Se supponiamo che i giorni siano indipendenti dal punto di vista della<br />

pioggia e che ci sia la stessa probabilità di pioggia in tutti i giorni, il nostro esame dei giorni<br />

di pioggia de…nisce un processo di Bernoulli, in cui la v.a. Xn vale 1 se il giorno n-esimo<br />

piove (è necessario …ssare un giorno di inizio).<br />

La v.a. Sn = X1 + ::: + Xn rappresenta, nell’esempio, il numero di giorni di pioggia tra<br />

i primi n giorni. E’binomiale. Se la pioggia è relativamente rara, possiamo descrivere tale<br />

numero di giorni di pioggia, approssimativamente, con una Poisson.

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