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Post/teca<br />

fenomeni di successo giovanile: «Ho letto il libro di poesie di Ligabue con lo<br />

stesso atteggiamento con cui ho letto le poesie di Bondi». «Troppe volte si<br />

pensa che per scrivere versi basta essere padroni di una certa grammatica; c’è<br />

l’idea che andando a capo si possono scrivere dei versi. Così si fa come<br />

quando si era bambini: le file dei soldatini allineati. Proprio per questo di<br />

poeti ne nascono forse cinque in un secolo. Quando è morto Pasolini ricordo<br />

l’urlo di Moravia: "È morto un poeta, è morto un poeta! Un lamento senza<br />

possibilità di pacificazione».<br />

BARRIERE - Il gruppo di prefabbricati dove vive Cappello si chiama<br />

«Rosade». Non si sa chi abbia scelto profeticamente questo nome ma il<br />

destino ha voluto che proprio Pier Paolo Pasolini l’abbia trascritta in forma<br />

poetica ai tempi delle sue Poesie a Casarsa, nel ’42. Ora c’è un via vai di<br />

amici, belle ragazze e soprattutto premurose vecchiette vicine di casa: «Astu<br />

bisugne di alc? Hai bisogno di qualcosa Pierluigi?», chiede Silvana in friulano.<br />

C’è sempre qualcuno che prepara una zuppa, un piatto di pasta. Il poeta è<br />

accudito da una rete di solidarietà. D’altronde, la sua fragilità fisica è assoluta:<br />

ha bisogno di costante assistenza e un infermiere dorme con lui tutte le notti.<br />

«La mia giornata? Una giornata dettata da questo corpo cocciuto. Una<br />

giornata di barriere costanti. Una giornata di orari scanditi. Ho sempre delle<br />

cose da fare, incontri con studenti, conferenze. E poi il silenzio, la scrittura. La<br />

poesia è una caccia al buio, hai tutti gli elementi tecnici, ma non sai mai l’esito<br />

finale. La poesia è come un’isola che emerge dalla nebbia». «Scrivo a matita,<br />

non amo tanto il computer, alle email preferisco la voce» sottolinea. E sono<br />

molte le voci che cercano l’amico poeta. Ecco al telefono, dall’altra parte del<br />

mondo, Daniella, un’artista brasiliana che dai grattacieli di San Paolo ogni<br />

tanto piomba in questo scorcio di Friuli: «Sei baciata dal sole o no?»,<br />

domanda Pierluigi ridendo. Cappello, come Pasolini, compone anche in<br />

friulano: «Il senso di scrivere poesia? È collocarsi in modo antitetico a un<br />

linguaggio che si consuma in un istante e che viene buttato via come un<br />

guanto di gomma».<br />

LINGUE - «Non mi piace usare il sintagma lingua minore - aggiunge -. La<br />

stessa dignità che ha il friulano può averla un dialetto dell’Africa. Perché è<br />

una lingua. Porta con sé un mondo, porta con sé i detriti della storia. E più<br />

prospettive noi abbiamo sul mondo e più siamo ricchi. Immaginate quale<br />

potrebbe essere la visione di un bambino che impara l’italiano ma impara<br />

anche a conoscere la sua lingua. Quanto può nominare, interpretare e capire il<br />

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