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Post/teca<br />

bevendo il latte macchiato, e la cosa finisce lì. Nessuno cala dei jolly, nessuno la mette giù dura:<br />

piccola condivisione elementare, minuscolo momento di fratellanza prêt-à-porter, sorriso, fine<br />

della questione.<br />

Lui no.<br />

Partiamo dalla lettera al direttore del quotidiano: una formula talmente fogliadifico che fa<br />

innervosire a priori. Vuoi scrivere una lettera a un direttore? Cerca un quotidiano col direttore, per<br />

prima cosa. E già non ci siamo. Dopo di che tu gli scrivi e lui la legge. Vuoi pubblicare un pezzo? E<br />

fattelo pubblicare. Non va bene. Cosa vuoi fare, piccolo? Vuoi scrivere agli italiani? Abbi il coraggio<br />

di partire con «Cari italiani». Non ce l’hai? È troppo anche per te? Ah, è per quello che per quindici<br />

righe descrivi una platea di disperati senza futuro: perché speri che siano talmente indeboliti dagli<br />

strascichi della campagna di Russia da non rovesciarti il latte macchiato in testa.<br />

Se citassi e commentassi tutto, scriverei venti pagine, quindi mi limito a un florilegio.<br />

In un articolo che descrive una situazione politica asfittica, un paese immobile, una totale assenza<br />

di slancio, Walter decide di connotare l’età contemporanea con le parole «questo tempo leggero e<br />

bulimico». Ma che strano: è il contrario di quello che ripete per tutto il pezzo. Si vede che gli<br />

suonava poetico. Si sente un po’ Calvino che spiega la leggerezza agli americani. Lo facesse davvero,<br />

gli arriverebbe in testa la lava di Starbucks. Non sarebbe una bella cosa. Meglio rompere il cazzo<br />

qui per lettera, a distanza di sicurezza.<br />

«… quasi quattordici milioni di italiani fecero una croce sul simbolo che conteneva il mio nome<br />

come candidato alla presidenza del Consiglio. Se un milione e mezzo dei 38 milioni di votanti<br />

avesse scelto il centrosinistra riformista invece di Berlusconi ora saremmo noi a guidare il<br />

Paese.» Quella del nonno che piscia benzina e ha un distributore non te l’hanno mai raccontata,<br />

no? Ecco. Ah, poi volevo dire anche 2753. Vedo che i numeri a vanvera fanno faville.<br />

«Ma non è successo, per tanti motivi. Come cercherò altrove di approfondire, credo più per<br />

ragioni profonde e storiche che per limiti di quella campagna elettorale che si concluse con il<br />

risultato elettorale più importante della storia del riformismo italiano.» Mai mi sarei aspettato<br />

che tu attribuissi la responsabilità a ragioni di ordine generale e macroscopico. Mi aspettavo che<br />

avessi scoperto che c’erano stati degli errori nella strategia politica del partito che dirigevi. Peccato,<br />

cazzo. Va be’, la prossima volta, dai. Resta il fatto che le Elezioni per il Raggiungimento di Grandi<br />

Risultati per il Riformismo non sono previste dalla Costituzione Italiana. Ci sono quelle per<br />

eleggere i rappresentanti dei due rami del parlamento. Noi pensavamo di partecipare a quelle.<br />

Certe cose si dicono.<br />

«Sono stato tra i pochi che si sono fatti da parte davvero (caricandomi responsabilità certo non<br />

solo mie).» Caricarsi responsabilità certo non solo proprie fa parte del passare dalle elementari alle<br />

medie: tu sei più grande, Walter, e se tuo fratello si sbuccia ancora le ginocchia poi vedi. Sul<br />

dichiarare di essersi fatto da parte davvero, vorrei ricordarti di non fidarti mai dei Cretesi, perché<br />

raccontano solo bugie. Io lo so bene: sono di Creta.<br />

«Non ho chiesto alcun incarico, non ho fatto polemiche, non ho alimentato veleni.» [Si infila una<br />

matita nella coscia, sperando di svegliarsi da un incubo in cui Chewbacca reclamizza creme<br />

depilatorie.]<br />

«Ho semmai taciuto e ingoiato fiele, anche di fronte a varie vigliaccherie.» [Non funziona.<br />

L’incubo continua. In televisione mandano uno spot contro il fumo. Il testimonial è Pannella.]<br />

«E, tutto, senza una parola di autocritica. Chi ha vinto le elezioni e ne provoca altre neanche a<br />

metà delle legislatura vorrà almeno dichiarare il proprio fallimento politico?» Cosa obbligatoria<br />

se duri mezza legislatura. Se duri niente, nada, niet, nixon, nisba, allora no. Se perdi puoi ripetere<br />

ogni due mesi quanto la tua sconfitta fosse carica di un sottotesto pulsante di vittoria. Sarà anche<br />

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