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Post/teca<br />

Corynthus, dove fondarono la città di Cleta e dove furono raggiunti da altri Troiani<br />

scampati alla distruzione. Le regine che si succedettero ebbero tutte il nome Cleta.<br />

L'ultima Cleta fu uccisa dagli achei Crotoniati. Con il giavellotto - l'arma dei vili,<br />

perché scagliata da lontano - nel condurre all'attacco le sue amazzoni, mentre il<br />

cielo consumava il giornaliero miracolo di squagliare la notte e il mare s'adagiava<br />

carezzevole sulla sabbia. Il figlio, Caulon, diede poi il suo nome alla città.<br />

C'è da credere che ad amazzoni e troiani corrispondessero gli indigeni - gli Enotri,<br />

antenati dei Brettii. Per i Greci, infatti, i forestieri erano tutti barbari, tranne i<br />

Troiani - questi solo meno barbari degli altri, però. Essersi imbattuti, nei dintorni<br />

della futura Kaulonía, in un popolo con un certo livello di civiltà li dovette<br />

sorprendere, e convincere che si trattasse dei discendenti dei Troiani.<br />

Tornando ai due bronzi affondati assieme alla bireme e ai romani e attribuendo alla<br />

leggenda lo spunto di verità d'obbligo, non è una bestemmia riconoscere nelle due<br />

statue sottratte i Bronzi di Riace e la loro realizzazione nelle officine bronzee di<br />

Kaulonía da parte di artisti magno greci del luogo. L'ipotesi è suffragata da dati che<br />

la rendono plausibile quanto le tante altre esistenti - sul punto c'è tutto e il contrario<br />

di tutto, quindi, di fatto, il buio, con gli studiosi che le ipotizzano realizzate in<br />

Magna Graecia, in Grecia, a Roma addirittura, le collocano a Locri Epizefiri, a<br />

Taranto, nell'agorà di Atene, ad Argo, in posti imprecisati della Grecia, le<br />

attribuiscono a Fidia, alla scuola di Fidia, a Pitagora di Reggio, a Pitagora di Samo, a<br />

Mirone, ad Alkamenes, ad Agelada di Argo, a un anonimo artista magno greco, a<br />

uno attico, a uno peloponneso.<br />

Kaulonía, perché, di recente, durante gli scavi estivi condotti dalle due università di<br />

Pisa, è emersa un'officina bronzea, comprensiva di fornace per la fusione databile<br />

VI, V secolo a.C., di grande pregio artigiano, come testimoniano i reperti trovati:<br />

rami di alloro e di ulivo, lamine di rivestimento delle labbra, ciglia; e riccioli di<br />

barba e ciocche di capelli, simili a quelli dei due guerrieri, quasi che un barbiere si<br />

fosse applicato di forbice per sfoltire e modellare. Kaulonía, perché ricca, nelle zone<br />

interne, di miniere di rame e il bronzo è una lega costituita per oltre il 90% da rame.<br />

Kaulonía, perché dentro il santuario esistevano una serie di templi di cui restano<br />

elementi decorativi di grande raffinatezza, su tutti, i gocciolatoi, a forma di teste di<br />

leone, collocate a giro sulla cornice in alto. Il più grande è quello dorico, dedicato ad<br />

Afrodite, con il tetto in tegole di marmo pario e con i segni, nel colonnato antistante<br />

il mare, dell'esistenza di piedistalli a cui sono stati strappati due grandi statue, come<br />

nella leggenda.<br />

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