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Post/teca<br />

scoprono decine e decine di nuovi pianeti fuori dal nostro sistema solare, e i mezzi<br />

di rilevamento (fotografico e non) in grado di individuare la presenza di vita su un<br />

pianeta stanno migliorando. Se trovassimo organismi viventi su un altro pianeta<br />

sarebbe evidentemente una scoperta epocale, significherebbe che esiste più di<br />

un’evoluzione possibile nell’universo. Scienziati e filosofi stanno già discutendo su<br />

cosa dovremmo fare in caso di una scoperta del genere.<br />

Gli esseri umani non sono speciali<br />

Finora i ricercatori hanno trovato solo tre geni che appartengono esclusivamente<br />

agli esseri umani. Altri primati hanno le cellule del cervello identiche alle nostre,<br />

quello che sappiamo fare in più di loro è solo una versione evoluta dei loro<br />

“giochetti”. Gli scimpanzè dimostrano moralità, gli elefanti empatia. I corvi usano<br />

oggetti, i delfini hanno delle comunità culturali, anche le salamandre hanno caratteri<br />

diversi una dall’altra. Nessuno usa il linguaggio come noi, ma i gesti degli orangotango<br />

e dei bonobo ci vanno molto vicini. In conclusione: siamo i primi della classe,<br />

ma non siamo in un’altra classe.<br />

Nasciamo credenti<br />

Esperimenti neuroscientifici hanno dimostrato che siamo naturalmente portati a<br />

credere alle entità invisibili. Il cervello umano si è evoluto ipotizzando una<br />

spiegazione vivente per ogni fenomeno: siamo discendenti di decine di<br />

genereazioni che, se dietro un cespuglio in movimento non vedevano un predatore,<br />

pensavano istintivamente alla presenza di uno spirito maligno.<br />

La maggior parte della Terra è inesplorata<br />

È probabile che ci siano ancora molte cose che non sappiamo del nostro stesso<br />

pianeta. L’oceano copre il 70 per cento del pianeta e ha una profondità media di 4<br />

chilometri. La maggior parte è ancora inesplorato, e ogni volta che i ricercatori<br />

scendono in profondità scoprono nuove specie e nuove formazioni geologiche,<br />

spingendo gli scienziati a riconsiderare i loro studi sulle condizioni che possono<br />

portare alla vita.<br />

L’albero della vita è una rete<br />

Prima ci immaginavamo l’albero della vita come una serie di rami che si diramano<br />

in altri rami, con alla base di tutto un unico antenato comune. Ora abbiamo invece<br />

capito che l’evoluzione della vita è ben più complessa di così: gli animali non si<br />

evolvono creando nuovi rami, ma spostandosi da un ramo all’altro, formando cioè<br />

una rete. Questo significa che la biologia ha davanti a sé un futuro interessante, in<br />

cui non dovrà più limitarsi a catalogare le specie e comprendere la selezione<br />

naturale, ma analizzare i meccanismi della natura e la loro imprevedibilità.<br />

C’è più di una strada per arrivare alla teoria finale<br />

Quello a cui stanno puntando molti fisici è una teoria delle teorie, qualcosa di breve<br />

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