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Post/teca<br />

ovviamente ben radicati, la folla assalì una Chiesa, venne respinta, tornò il giorno dopo e la<br />

saccheggiò. Venne incendiato un oratorio dei cappuccini, mentre a Genova sfilavano 25 mila<br />

persone. E ancora a La Spezia, alla fine, un carabiniere perse la testa e sparò sui manifestanti<br />

che, dopo aver liberato a sassate alcuni compagni arrestati, assediavano una chiesa salesiana; un<br />

giovane operaio fu colpito a morte. La situazione pareva ingovernabile, mentre i cattolici reagivano<br />

con altrettanta energia. A Varazze, considerata città «clericale», mille donne sfilarono in segno di<br />

solidarietà con i preti accusati e contro madre e figlio Besson. Un giornale cattolico, scoperto che il<br />

ragazzo era in realtà stato adottato, si chiese a caratteri cubitali come si potesse dar credito «a un<br />

bastardo».<br />

I medici avevano diagnosticato lesioni inequivocabili su alcuni convittori, ma nel corso delle<br />

indagini i genitori, per i più svariati motivi, cominciarono a ritirare le querele. Il codice Zanardelli<br />

prevedeva che per i reati sessuali si potesse procedere solo su querela di parte. L'indignazione<br />

nasceva dal fatto che scandali simili erano già emersi: ora sembravano tutti confluire in un solo<br />

affresco. Un anno prima ad Alassio, ancora in un convitto salesiano, un sacerdote era stato<br />

accusato dai ragazzi perché «si dilettava di produrre godimento manuale», ma venne subito<br />

allontanato. A Milano, dove una suora torinese - in dissidio col vescovo sabaudo - aveva trasferito<br />

la sua comunità di assistenza, l'Asilo della Consolata, si erano scoperte ogni genere di violenze e<br />

maltrattamenti sulle bambine lì accolte. Il terreno era pronto, le «orgie» della Riviera scatenarono<br />

gli animi: l'intero sistema educativo religioso sembrava ormai in discussione.<br />

Alessandro Besson scriveva nel suo memoriale che preti e suore, a Varazze, non solo si davano al<br />

sesso ma celebravano messe nere punzecchiando simulacri del Re, di Cavour e di Garibaldi;<br />

narrava di ragazze svestite in presenza dei loro compagni, per premiarli dei buoni risultati<br />

scolastici; e dell'annuncio piuttosto esilarante che il parroco di Altare, «se staremo buoni», «si<br />

spoglierà nudo». Nei convitti le fantasie - e non solo quelle - dovevano andare a mille, aiutate dalla<br />

frustrazione sessuale e certo da romanzetti che evidentemente circolavano alla grande. Il<br />

memoriale era buffo, pornografico e grottesco; poco credibile, e infatti non venne creduto. Nel giro<br />

di pochi mesi tutti furono prosciolti, salvo due sacerdoti troppo compromessi che però erano spariti<br />

dalla circolazione. Il sottoprefetto Silva venne trasferito, Besson e la madre, accusati di calunnia -<br />

ma prosciolti anche loro - fuggirono all'estero. E il poeta Lucini si ritrovò messo fuori gioco dai<br />

velocissimi tempi italici. Il suo lavoro era ancora lontano dall'essere concluso, e già lo scandalo<br />

che aveva fatto tremare il Paese non sembrava più interessare nessuno.<br />

fonte: http://www3.lastampa.it/cultura/sezioni/articolo/lstp/296522/<br />

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09/08/2010 - E' MORTO A 93 ANNI<br />

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Lanternari, etnologo delle feste

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