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Post/teca<br />

lavorava nel giardino dove andava a trovarla il giovane Goethe, dal composito<br />

gruppo dei Nazareni. Ai tempi di Ludovico I di Baviera Villa Malta non aveva<br />

quella forma monumentale assunta dopo l’acquisizione nel 1873 da parte del<br />

conte russo Leo Bobrinski, imparentato con Caterina la Grande. Era piuttosto<br />

una residenza di campagna da cui il principe tedesco, prima di diventare re,<br />

godeva della vista di Roma e della compagnia di artisti, come documentano<br />

molti quadri: le quattro vedute di Roma dipinte da J. C. Reinhart e oggi<br />

custodite alla Neue Pinakothek di Monaco furono commissionate da Ludovico<br />

I, che una volta diventato re voleva mantenere vivo il ricordo del paesaggio<br />

romano. Franz Louis Catel effigiò il principe alla Taverna Spagnola assieme ai<br />

suoi amici artisti». A proposito della vista che si gode dal terrazzo<br />

dell’edificio, sembra che il presidente Francesco Cossiga abbia fatto misurare<br />

l’altezza di Villa Malta, scoprendo che era più alta dello stesso Quirinale.<br />

LE ORIGINI - Padre Salvini non ha il tempo di raccontare le origini romane<br />

della villa, risalenti al I secolo avanti Cristo, i passaggi di proprietà del sito,<br />

dal cardinale Giovanni Michiel, fatto avvelenare da Cesare Borgia, ai frati<br />

minori del vicino convento di Trinità dei Monti che nel Seicento riuscirono ad<br />

acquistare la villa e poi per pagare il mutuo la concessero in enfiteusi. Tra gli<br />

affittuari alla fine del Settecento, il balì Fra Laure le Toumelier de Breteuil,<br />

ambasciatore dell’Ordine di Malta. Da qui il nome tramandato sino a noi. Alla<br />

fine del secolo dei Lumi, tra artisti, filosofi, nobili, spicca la visita a Villa Malta<br />

di Giuseppe Balsamo conte di Cagliostro, fondatore della cosiddetta<br />

«massoneria egizia», che il 27 dicembre 1789 fu arrestato e condannato a<br />

morte perché accusato di aver animato la sera del 15 settembre una seduta<br />

spiritica proprio a Villa Malta, dove aveva «trasformato» l’acqua in vino con<br />

l’aiuto di una magica polverina e aveva predetto una brutta fine per Luigi XVI.<br />

LA COMUNITA' - Tanta storia, arte, mondanità, intrighi rendono ancora<br />

più affascinante Villa Malta, dove oggi vive una comunità di 23 padri gesuiti,<br />

nove dei quali membri a titolo effettivo del collegio degli scrittori della rivista,<br />

che viene pubblicata due volte al mese, il primo e il terzo sabato, dopo che il<br />

numero è stato approvato dalla Segreteria di Stato vaticana. Una nuova ala<br />

del complesso è adibita ad alloggio per i padri: su tre piani sono distribuiti 18<br />

piccoli appartamenti di due stanze sobriamente arredate, ma con viste<br />

mozzafiato. Sulla sinistra di ciascun ingresso una fessura lignea, una speciale<br />

cassetta della posta dove i padri inseriscono il loro articolo per farlo<br />

correggere dai colleghi. «Ogni pezzo viene riletto da quattro redattori diversi -<br />

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