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Post/teca<br />

Kaulonía, perché il mare di Riace, nei cui fondali è avvenuto il ritrovamento, è lì, a<br />

un tiro di schioppo. Kaulonía perché, partendo dal presupposto che i bronzi fossero<br />

stati depredati per portarli a Roma, non si spiegherebbe l'affondamento della nave<br />

nelle acque vicino a Riace, e vicino a Kaulonía, fuori rotta rispetto a un percorso<br />

dalla Grecia e da Locri, e invece plausibile se fossero partite da Taranto, da<br />

Metaponto, da Crotone e, appunto, da Kaulonía. Kaulonía, perché splendeva di<br />

civiltà - coniava monete in argento! - e simili capolavori camminano di pari passo<br />

con la grandezza di un popolo. Kaulonía perché, di fronte alle tenebre delle teorie<br />

più disparate, è un posto credibile quanto gli altri. Per similitudine, mi viene in<br />

mente il mastro Mico della mia adolescenza. Egli, di fronte alle ritrosie di una<br />

donna di facili costumi, «tutti sì e io no?» protestò, non credendo d'insidiarla con<br />

mani tentacolari che la rovistavano ovunque.<br />

Né contraddicono Kaulonía, le analisi sulla «sabbia di fusione» utilizzata, e che era<br />

presente all'interno dei bronzi: che sembri quella di Argo non prova nulla, non<br />

esistendo una documentazione stratigrafica dei suoli e delle cave intorno al<br />

Mediterraneo. A parte che indagini geologiche pare abbiano evidenziato grandi<br />

affinità tra le terre di Argo e quelle di Kaulonía.<br />

Comunque sia, le rovine dell'achea Kaulonía, alleata di Crotone e ostile a Locri,<br />

meritano d'essere visitate. È una camminata nella storia, e nella natura sfolgorante<br />

dell'alto Ionio reggino, dove il sole si erge dalle acque.<br />

Kaulonía è stata operosa e attiva dal VII secolo al II a.C., nel massimo splendore<br />

contava diecimila abitanti, sviluppava, attorno all'area del santuario, un impianto di<br />

città dalle gradevoli e lineari geometrie, con case a uno o due piani, disposte in file<br />

parallele, arterie principali e secondarie diritte e ortogonali, marciapiedi e portici,<br />

inoltre, impianti termali, la rete idrica, sistemi di drenaggio, una cinta muraria<br />

torrita. Si estendeva su quasi cinquanta ettari. Dal sito, emergono di continuo nuovi<br />

tesori. Altri li conserva il tratto di mare che, dopo aver sconfitto la bireme romana,<br />

ha inghiottito il Capo Coryntus, o Punta Stilo. La moderna cittadina di Caulonia, già<br />

Castelvetere, è quindici chilometri più a Sud. Ne ha usurpato il nome, che spettava a<br />

Monasterace.<br />

fonte: http://<br />

www3.<br />

lastampa.<br />

it/<br />

cultura/<br />

sezioni/<br />

articolo/<br />

lstp/294082/<br />

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05/08/2010 -<br />

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