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Post/teca<br />

infilare nella manovra economica recentemente approvata, ha secondo<br />

Milella questi contenuti:<br />

Due trucchi e il dibattimento si blocca: la sospensione di sei mesi e<br />

una nuova figura, quella dell’ausiliario del giudice, che a bocce<br />

ferme studia e propone una soluzione nel merito. Le parti possono<br />

accoglierla, l’ausiliario si becca un bel gruzzolo, la causa è finita.<br />

Oppure, se i contendenti non sono d’accordo, si va alla sentenza<br />

per le vie regolari, ma sul perdente pesa la minaccia di doversi<br />

accollare tutte le spese per aver rifiutato la “via breve”.<br />

Sulla base di un articolo letto giorni fa, e che non riesco a ritrovare, mi<br />

sembra che l’ultima frase non sia esatta. La logica dovrebbe essere che<br />

le spese sono a carico di chi, avendo rifiutata la mediazione, si ritrovi con<br />

una sentenza peggiorativa rispetto alla mediazione. (Esempio: io e Gigi<br />

siamo in lite; il mediatore propone che io paghi a Gigi 100, e morta là; io<br />

rifiuto; si torna dal giudice; il giudice mi condanna a pagare 120, e per di<br />

più a pagare le spese: così resto punito, e la prossima volta accetterò<br />

piuttosto la mediazione. Altro caso: è Gigi, stavolta, a rifiutare la<br />

mediazione; si torna dal giudice; il giudice mi condanna a pagare 80, ma<br />

le spese sono di Gigi: così sta punito lui, e la prossima volta accetterà<br />

piuttosto la mediazione. Se chi ne sa di più si accorge che non ho capito<br />

niente, spieghi la faccenda nei commenti).<br />

Mi pare che se De Benedetti ritiene di avere ragione e di essere in grado<br />

di provarlo, da una norma come questa ricava uno svantaggio e un<br />

vantaggio: uno svantaggio, perché per aspettare la mediazione, rifiutarla<br />

e tornare in giudizio vanno via mesi e mesi (e, i 750 milioni, averli oggi o<br />

averli tra otto mesi non è proprio la stessa cosa); un vantaggio, perché<br />

accettando la mediazione si eviterebbe il terzo grado di giudizio (e quindi<br />

si potrebbero avere meno soldi, ma subito).<br />

Ora, io mi domando: tutti questi, sono affari miei?<br />

La mia scelta sta tra l’essere un “soldatino” che difende gli interessi del<br />

Cav. o un “soldatino” che difende gli interessi dell’Ing.?<br />

Link finale (importante)<br />

Su questo mi fermo, e invito a leggere un articolo, intitolato Forse perché<br />

nulla è , scritto da una persona della quale ignoro l’identità (ma che<br />

lavora nell’editoria, e precisamente per Gallimard). Qui ne cito un<br />

passaggio, ma raccomando di leggerlo tutto:<br />

La dialettica dell’illuminismo [di Adorno e Horkheimer], critica<br />

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