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Post/teca<br />

rimasto impresso nella mia memoria. Di tutti i volti, feroci com'erano, ricordo soltanto il suo,<br />

sebbene non ci fosse assolutamente nulla di significativo nella sua espressione russa così<br />

comune. Sicuramente lo ricordo perché (...) in lui c'era ancora un po' di umanità. E ciò dimostra<br />

anche che si ricorda più il bene che il male".<br />

È questo percorso umano che ci viene descritto nel libro di Sgovio; è il percorso della discesa agli<br />

inferi, di un progressivo annullamento dell'uomo, perché, come ricorda Sgovio, "l'unico modo per<br />

sopravvivere e mantenere il potere era attraverso il degrado e la disumanizzazione delle persone,<br />

soltanto in questo modo il sistema si sentiva sicuro. Niente soddisfa una dittatura a parte la<br />

distruzione completa del rispetto di sé".<br />

Ma, arrivando anche in questo caso a una significativa somiglianza con il percorso descritto ad<br />

esempio da Solzenicyn, Sgovio ci mostra come proprio quando è giunto al fondo di questa discesa<br />

infernale l'uomo misteriosamente scopre di esserci ancora: "a un uomo al quale avete tolto tutto -<br />

diceva Solzenicyn - non potete più togliere niente: è di nuovo libero"; e Sgovio, dal canto suo,<br />

dice: "quando non vidi più alcuna luce in fondo al tunnel mi misi a pregare". E nella preghiera<br />

l'uomo ritrova se stesso, con un tragitto che sembra ripercorrere quello dell'uomo agli albori della<br />

civiltà, nell'attesa della luce del nuovo giorno e della rivelazione: "avevo la sensazione di<br />

precipitare (...) sempre più giù. Quando avrei toccato il fondo? Quanto potevano peggiorare le<br />

cose? Al lavoro rivolsi una preghiera alla stella polare, la prima e la più luminosa di tutte le stelle.<br />

Poi, quando apparvero le altre, rivolsi la mia preghiera a tutte. E così, inconsapevolmente, iniziai a<br />

pregare Dio, ed Egli mi rispose. Dio mi diede una vena di caparbietà. Più le cose peggioravano,<br />

più ero risoluto a vivere".<br />

L'incontro con Dio, invece di<br />

annullare l'uomo, secondo quanto ci insegnava l'ideologia moderna, lo difende proprio da questo<br />

annullamento, come ha riconosciuto anche un altro dei grandi scrittori russi del XX secolo,<br />

Salamov, che, pure essendo assolutamente lontano dalla Chiesa, diceva: "L'ambiente privo di<br />

religiosità in cui avevo vissuto tutta la mia vita cosciente non aveva fatto di me un cristiano. Ma non<br />

ho mai visto nei lager persone più degne dei credenti. Tutte le anime si corrompevano, resistevano<br />

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