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Post/teca<br />

carburante», lesse sua moglie ad alta voce.<br />

Quelle parole suonavano persino più pretenziose se pronunciate dalla voce<br />

dolce e soave di una donna di mezz’età che lavorava come ottica.<br />

«Ti prego, non farmi questo», disse lui.<br />

La donna premette affettuosamente la mano sul suo ginocchio, quasi a dire<br />

«Rilassati, non è poi la fine del mondo». Ma il successivo frammento di<br />

intervista che lesse era proprio su quell’argomento.<br />

«La gente è così irragionevolmente preoccupata all’idea di una guerra<br />

nucleare. Non succederà - per quanto sarebbe molto meglio per il nostro<br />

pianeta se qualche milione di noi evaporasse. La grande industria però ha<br />

bisogno di consumatori, e tutti i presidenti e i primi ministri sono alle mercé<br />

delle multinazionali, pertanto credo che nessuno farà il primo passo -<br />

purtroppo. Magari accadrà una bella calamità naturale, come quelle d’un<br />

tempo. Sempre molto più efficace delle bombe».<br />

Lei si fermò. Le parole di lui rimasero sospese nell’atmosfera tranquilla di un<br />

salotto della periferia in una notte d’estate del 2010.<br />

«È eyeliner quello che hai sul viso?» chiese lei.<br />

«Sì. Tutti i componenti del gruppo ne facevano un uso smodato. Eccetto<br />

Tempo, il batterista. Questo qui dall’aria imbronciata». E lo indicò.<br />

«Non sembra imbronciato. Semmai solamente molto triste».<br />

«Ben detto. Non ha mai ingranato con noi».<br />

«Meno favorevole rispetto al resto di voi alla peste bubbonica come arma di<br />

distruzione di massa?».<br />

«Droghe diverse. A lui piaceva l’alcol. A noi invece la marijuana».<br />

Lei declamò un altro brano dell’intervista. Mentre leggeva, lui si ricordò<br />

chiaramente del giornalista, un tipo panciuto sulla trentina che aveva detto<br />

chiaramente che reputava i Paradosso niente di più che una manica di<br />

marmocchi narcisisti - anche se nei suoi occhi s’intravedeva un barlume di<br />

smania, il desiderio frustrato di trovare, almeno per una volta, un gruppo che<br />

facesse davvero sul serio.<br />

I Paradosso fecero del loro meglio per essere quel gruppo fino all’ultimo.<br />

«Se lei pensa che questo abbia a che fare con la vendita di dischi, di prodotti,<br />

allora non capisce la cosa più importante che ci riguarda», sentì dichiarare il<br />

giovanotto che era una volta, nella voce della donna che amava. «La musica è<br />

solamente la strada verso un nuovo modo di pensare. Ecco perché<br />

intitoleremo il nostro album See You On The Other Side. Perché quando<br />

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