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Post/teca<br />

Armato della sua inimitabile vena umoristica, Mark Twain fa con Adamo ed Eva due<br />

cose rivoluzionarie. La prima è, per ragioni di copione ma soprattutto di sponsor<br />

nazionale, collocare il giardino dell'Eden nei pressi delle cascate del Niagara. Non ci<br />

aveva mai pensato nessuno, sino ad ora. Ma in fondo perché no. La seconda è quasi<br />

velleitaria (ma tant'è, in fondo lo è anche la prima): sondare l'intimità di quei due,<br />

come fossero due qualunque. Cioè noi. È ovvio che l'operazione dello scrittore<br />

contempla inevitabilmente una buona dose di ironia, per non dire irriverenza. In<br />

parole povere, allergia a tutto ciò che sa di teologico. Questo diario di Adamo ed Eva<br />

è decisamente eretico, oltre che spassoso. Lei parla, articola ragionamenti complessi<br />

e nomina le cose. Adamo non la capisce per niente, è esterrefatto ogni volta che le<br />

esce «una grande quantità di acqua dagli occhi» proprio perché lui non la capisce.<br />

Mentre la tradizione cristiana considera questa prima coppia umana la responsabile<br />

di un peccato originale (in tutti i sensi) che noi discendenti ci portiamo addosso,<br />

quella ebraica e l'islamica sono molto più indulgenti, nei loro confronti. Ma forse<br />

non è il caso di affrontare questa storia armati di troppi dilemmi teologici: Mark<br />

Twain a Dio non ci crede e non ha timore di dichiararlo. Tutto sta nel provare a<br />

immedesimarsi in quei due: beati e pasciuti, ma un po' soli e annoiati.<br />

E così, tanto vale affidarsi alle parole dello scrittore con sorridente fiducia, e<br />

provare a immaginarli in quel mondo tutto nuovo, non lontano dalle cascate del<br />

Niagara, dove tutto è ancora da imparare, a incominciare da una convivenza<br />

tollerabile. Come in ogni storia (o fiaba, perché forse di questo si tratta, ci dice Mark<br />

Twain) che si rispetti, c'è spazio anche per un lieto fine - o meglio, un lieto inizio: i<br />

nostri eroi capiranno ben presto, merito certo dell'ironia simpatetica dell'autore -<br />

che amarsi, in fondo, vale la pena.<br />

fonte: http://<br />

www3.<br />

lastampa.<br />

it/<br />

cultura/<br />

sezioni/<br />

articolo/<br />

lstp/279002/<br />

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31/07/2010 -<br />

32<br />

Valli, quando il teatro<br />

era fatto dai "Giovani"

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