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Post/teca<br />

"Rosalia, Agata e Lucia sono le<br />

padrone di casa della Sicilia" scrive Buttafuoco nel suo ultimo libro; anche un possibile antidoto<br />

alla "mostrificazione" in atto dell'ideale femminile?<br />

(Buttafuoco) La donna ha una grande potenza sacrale, iconica, archetipa. Non solo le grandi figure<br />

della tradizione, anche la donna contemporanea; la mia non è un'operazione nostalgia. Il<br />

sentimento ha una radice spirituale e quello di cui ci siamo privati è proprio questo: l'elemento che<br />

aveva fatto cantare i poeti. Ci siamo persi nella trappola della chiacchiera e abbiamo dimenticato di<br />

far cantare il cuore.<br />

(Samà) "C'è molto in gioco, e qualcosa che ci tocca tutti da vicino. Siamo immersi nella mentalità<br />

"niente ha valore e tutto ha un prezzo" e vediamo tutti i giorni in tv o in edicola la parodia grottesca<br />

dell'amore, quella che le Afrodisie del tempo (Afrodisia era la cortigiana che, secondo i progetti di<br />

Quinziano, avrebbe dovuto "rieducare" la prigioniera, n.d.r.) avranno cercato di insegnare ad<br />

Agata. Ma sono e restano simulacri vuoti che si vanno a impantanare presto nella sazietà e nella<br />

noia, diversi dalla felicità autentica "come leggere il tariffario di una prostituta è diverso dal sentire<br />

la voce della fidanzata che si credeva morta" per citare Clive Staples Lewis. Agata è l'icona di tutto<br />

questo; è nella musica che il tema della verginità ha trovato la sua tradizione più fedele e<br />

suggestiva, e proprio nell'opera di un catanese, Vincenzo Bellini. Dall'Ottocento a oggi,<br />

nell'immaginario collettivo la preghiera alla luna della Norma si fonde con la supplica a Dio di Agata<br />

prigioniera. "Casta diva" e l'ideale di purità e bellezza incarnato dalla santa sfumano l'uno nell'altro,<br />

fino a diventare un'unica realtà simbolica di grande forza espressiva e di sorprendente pervasività;<br />

un saggio del cinephile Franco La Magna (Vi ravviso o luoghi ameni. Vincenzo Bellini nel cinema e<br />

nella televisione, Città del Sole, 2007) ne rintraccia le citazioni nei contesti più disparati e<br />

imprevedibili, sul grande e sul piccolo schermo, da Don't call me Frankie di Thomas Fucci a Il<br />

posto del tricorno del regista kazako Ermek Shinarbaev, passando per "2046" di Wong Kar Wai.<br />

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