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Post/teca<br />

forche del commento becero è obbligato: cosa si vuole aspettare, finezze<br />

anglosassoni? L’umorismo in Italia, e anche altrove, è spesso di genere caserma,<br />

dovrebbe esserci abituato. Però mica posso far finta di essere venuto per le sue<br />

preclare virtù politiche di cui tutta l’Italia parla. Sono venuto perchè Vendola è il<br />

primo dirigente comunista gay dichiarato.<br />

Che sia passato un quarto di secolo grazie al cielo un po’ si sente (l’articolo<br />

indeterminativo in “è un gay” è illuminante) e Vendola scrisse poi una lettera per<br />

correggere le parole su suo padre, ma è interessante come la questione<br />

dell’orecchino sul maggiore quotidiano della sinistra apparisse già così ingombrante<br />

e ci abbia messo 25 anni a chiudersi con la richiesta di Giovanni Valentini di sabato<br />

scorso che Vendola se lo tolga. Ma toglierlo significherebbe – come nota lo stesso<br />

Valentini – una rottura rispetto al se stesso del 1985 che Nichi Vendola non mostra<br />

di avere tra le sue priorità, a sentirlo oggi e allora.<br />

La nostra identità dobbiamo “giocarcela” sul campo. Sul muro di un palazzone<br />

grigio di Bari, ho letto una frase scritta in vernice rossa in cattivo francese, ma il cui<br />

senso era inequivocabile. Dalla nervosa geografia urbana, tra graffiti e walkman e<br />

neon lividi e metallica solitudine, fin dentro il mio cervello, e spero, fin dentro il<br />

vostro cervello: quella frase era “Con amore, per il comunismo”.<br />

fonte: http://<br />

www.<br />

ilpost.<br />

it/2010/08/09/<br />

quando-<br />

vendola-<br />

divenne-<br />

vendola/<br />

VECCHIO GIOVANE DEL PCI, ADDIO 'LA VITA NON E'<br />

SOLO POLITICA'<br />

Repubblica — 24 febbraio 1985 pagina 2 sezione: POLITICA INTERNA<br />

NAPOLI - Facce ben rasate, niente zazzere, via le giacche di foggia militare. Una<br />

cravatta a farfalla, semmai, sulla camicia a quadri o un orecchino quasi invisibile, o<br />

un braccialetto ricordo di un' amicizia cara. Sono attenti, simpatici, schietti e molto<br />

spesso timidi. Lontani un miglio, si direbbe, da quei loro fratelli maggiori che una<br />

decina d' anni fa o giù di lì interpretavano, loden sulle spalle e fascio di giornali<br />

sotto il braccio, la parte del giovane dirigente comunista dotto di citazioni e un po'<br />

saccente. Ma non è solo questione di immagine, di mode e di tempi che cambiano.<br />

Il fatto è che questi ragazzi della Fgci, nati nel 1968, i "post comunisti" li ha definiti<br />

qualcuno, non riconoscono la "centralità" della politica - pur facendo politica -; non<br />

credono nel potere totalizzante delle ideologie, pur proclamandosi comunisti;<br />

rifiutano - per dirla con uno di loro, Nic Vendola, doppia tessera dell' Arci-gay e della<br />

Fgci, protagonista di uno degli interventi più applauditi - una concezione della<br />

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