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Post/teca<br />

dove approdò anche per volontà di Sciascia e di cui è oggi direttore editoriale,<br />

racconta al Foglio, per spiegare chi fosse Elvira Sellerio, che la conobbe<br />

“all’inizio degli anni Settanta, dopo una mia recensione molto negativa, uscita<br />

su Paese Sera, di un libro da lei pubblicato”. Invece di arrabbiarsi, l’editrice<br />

“volle conoscermi. Volle sapere di me, della mia famiglia, della mia vita, e mi<br />

propose di collaborare alla sua impresa. Sciascia mi aveva messo<br />

scherzosamente in allarme. Attento, mi aveva detto, Elvira è una sirena. Ed è<br />

vero, è stata sempre una straordinaria seduttrice intellettuale, capace di<br />

ottenere tutto quello che voleva”.<br />

Una sirena, dunque. Di un genere poco convenzionale, grande nuotatrice nel<br />

mare delle passioni letterarie: “Era da sempre una lettrice voracissima.<br />

Conosceva autori anche minimi della letteratura mondiale, e questo le<br />

permetteva di tirar fuori dalla sua biblioteca personale titoli dimenticati, che<br />

faceva rivivere nelle sue collane e che noi scoprivamo grazie a lei. Non<br />

abbiamo mai pubblicato un libro che Elvira Sellerio non avesse letto e che<br />

non avesse discusso, approvato e curato personalmente. Non credo che<br />

siano molti gli editori da tremila libri di cui si possa dire la stessa cosa”, dice<br />

ancora Nigro. Perché, pur considerata “piccola”, la casa editrice Sellerio è a<br />

tutti gli effetti una grande impresa culturale, “con una produzione invidiabile –<br />

sottolinea lo studioso – e di questo il merito va soprattutto a lei”.<br />

Se qualcosa non la convinceva fino in fondo, Elvira Sellerio non chiudeva<br />

le porte. “Non diceva mai un no deciso, perché temeva di offendere le<br />

persone. Diceva semmai: vediamo domani. Con noi collaboratori, compreso<br />

Sciascia, dopo averci dato ragione all’inizio, ci portava dove voleva. Con tale<br />

sottigliezza che, alla fine, tutti la ringraziavamo, perché aveva davvero<br />

ragione lei”. La stessa incapacità di dire dei “no” secchi la conoscono tutti<br />

coloro che hanno avuto la ventura di chiederle interviste. Molto rare, quelle<br />

concesse, più che altro all’epoca del coinvolgimento nella breve stagione<br />

nella Rai dei “professori” (si dimise con sollievo, ansiosa di tornare ai suoi libri<br />

e anche alla sua amata campagna dalle parti di Ragusa). Interviste subite<br />

con grazia da quella bella signora di eleganza antica, talmente schiva da<br />

sembrare scostante.<br />

Nemica delle fotografie: lei, moglie di un grande fotografo. Provava in ogni<br />

modo a far desistere il questuante, rimandava, si scusava, prometteva, si<br />

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