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Post/teca<br />

fonte: http://<br />

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pippocivati/2010/08/31/<br />

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le-<br />

frasi-<br />

fatte/<br />

---------------------<br />

Arriva Cohen menestrello<br />

del Vecchio Testamento<br />

di Gianfranco Ravasi<br />

31 agosto 2010<br />

«È così divertente credere in Dio!». E ancora: «Mi piace la compagnia dei<br />

monaci, delle suore e dei credenti di ogni genere e mi sono sempre sentito a casa<br />

tra le persone di quella fascia. Io non so esattamente perché, so soltanto che rende<br />

le cose più interessanti».<br />

A fare simili dichiarazioni davanti a una selva di microfoni è stato un<br />

cantautoreche sicuramente molti miei lettori conoscono, ma che io ho incrociato<br />

per caso solo perché anni fa il mio amico Roberto Vecchioni gli aveva intitolato<br />

una canzone: era Leonard Cohen dell'album Milady del 1989. Lo stupore in me era<br />

cresciuto quando avevo scoperto che la «Garzantina» della letteratura gli riservava<br />

una voce lunga quanto quella dedicata a Bob Dylan. Sì, perché questo «little Jew<br />

who wrote the Bible», come lui stesso si autodefinisce, nato nella canadese<br />

Montreal 76 anni fa, è stato anche un apprezzato poeta e romanziere. E domani<br />

sarà in concerto a Firenze per l'unica tappa italiana del suo tour.<br />

Ora, finalmente, so quasi tutto di lui perché un infaticabile cultore dei nessi<br />

espliciti e segreti tra Bibbia e cultura contemporanea come Brunetto Salvarani,<br />

coadiuvato da Odoardo Semellini, un esperto di musica della sua stessa città,<br />

Carpi, ne ha offerto un ritratto capace di fondere insieme filologia e divertissement,<br />

documentazione e narrazione, testo ed emozione. Un po' come il protagonista<br />

Cohen, che ha sempre cercato di intrecciare nel suo pensare, scrivere e cantare<br />

spirito e corpo, mito e storia, mistica e amore, sacro e profano, ma soprattutto Dio e<br />

uomo, avendo sempre accesa nel suo cielo la stella della Bibbia, cibo quotidiano<br />

della sua famiglia di ebrei mitteleuropei e stemma di un cognome così impegnativo<br />

(come è noto, in ebraico, kohen è il «sacerdote»).<br />

Certo, la sua religiosità è iridescente come un arcobaleno e i vari capitoli di<br />

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