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Post/teca<br />

rivista in termini "italiani" prima ancora che esistesse politicamente l’Italia».<br />

Segno della modernità del progetto.<br />

VILLA MALTA - Sono passati 160 anni da quegli inizi burrascosi: la<br />

redazione della «Civiltà cattolica» fu presto trasferita dal regno di Napoli a<br />

Roma, a causa della severa censura dei Borbone, i quali non digerivano il<br />

relativismo in fatto di forme di governo: i gesuiti infatti ritenevano legittime<br />

altre forme oltre alla monarchia. Dopo la presa di Roma nel 1870 e<br />

l’autoreclusione del Papa, il collegio degli scrittori gesuiti si trasferì a Firenze<br />

dove rimase sino al 1887, quando l’energico Leone XIII decise che il tempo<br />

dell’isolamento era finito e che era ora di tornare a casa. A lungo «La Civiltà<br />

Cattolica» rimase in via di Ripetta, sinché per far fronte alle esigenze della<br />

comunità di studiosi e soprattutto per trovare uno spazio adeguato all’enorme<br />

biblioteca, che oggi conta 600 mila volumi, il direttore padre Giacomo<br />

Martegani, consultato il Generale della Compagnia, nel 1950 decise di<br />

acquistare Villa Malta, una residenza che confina con Villa Medici, poco<br />

lontano da Villa Borghese, che aveva conosciuto gli ultimi fasti con il principe<br />

e ambasciatore di Germania Bernhard von Bülow, ex cancelliere del Reich che<br />

con quella proprietà aveva voluto rendere felice la moglie italiana Laura<br />

Minghetti, figlia del ministro Marco Minghetti. Gli eredi di von Bülow dopo la<br />

sua morte nel 1929 vendettero la villa a un uomo d’affari romano, Gioacchino<br />

Mecheri, che la cedette ai gesuiti. «Un’impresa - racconta padre Salvini - che<br />

ha indebitato la nostra comunità per quarant’anni, finché siamo usciti dalle<br />

secche grazie alla sapienza di un nostro amministratore, padre Luciano<br />

Caldiroli».<br />

LA VISTA - Così, dopo i lavori di ristrutturazione e ampliamento, uno dei<br />

luoghi più suggestivi e antichi di Roma è diventato la sede di quel collegio<br />

degli scrittori di una rivista che, come spiegò il cardinale Agostino Casaroli al<br />

neodirettore Salvini, «non è la voce ufficiale del Vaticano, ma la stampa può<br />

sapere che non pubblica niente contro la nostra opinione». Villa Malta,<br />

racconta Salvini, invitando a leggere un libretto sulla sede della «Civiltà<br />

Cattolica» scritto dal sacerdote della Compagnia di Gesù Giovanni Caprile,<br />

scomparso nel 1993 senza poter vedere pubblicata la sua opera, «è più<br />

conosciuta in Baviera che in Italia. Tra la fine del Settecento e per tutto<br />

l’Ottocento fu residenza dei Wittelsbach. Fu Ludovico I ad acquistarla e a<br />

trasformarla in grande centro di cultura tedesca: fu frequentata dal pittore<br />

danese Bertel Thorvaldsen, dalla pittrice svizzera Angelica Kauffmann che<br />

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