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Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

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UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE<br />

lesena della facciata del Duomo <strong>di</strong> Como) e da altri consiglieri, tra cui il<br />

vescovo <strong>di</strong> Como, Branda Castiglioni; cui si aggiunse, dal 1480,<br />

Lodovico Sforza, zio del duca titolare. Gian Galeazzo Maria, praticamente,<br />

fu confinato in un vizioso soggiorno a Pavia, dove morì nell’ottobre<br />

del 1494.<br />

La successione trasferì il potere, anche formalmente, a chi già aveva<br />

tenuto il controllo dello stato: Lodovico, detto il Moro, che nel 1494 riuscì<br />

a legittimare la sua «usurpazione» con una investitura comprata a<br />

prezzo d’oro dall’imperatore Massimiliano d’Asburgo.<br />

A questo era andata in moglie – grazie alla <strong>di</strong>plomazia <strong>di</strong> Lodovico,<br />

che usava abilmente la politica matrimoniale in uso tra i potenti – Bianca<br />

Maria Sforza, figlia <strong>di</strong> Galeazzo Maria, sposata per procura a Milano il<br />

30 novembre dello stesso 1494, la quale raggiunse lo sposo in Austria<br />

con un memorabile burrascoso viaggio attraverso il Lago <strong>di</strong> Como, e una<br />

gelida traversata alpina a cavallo. Al seguito c’era ancora il vescovo <strong>di</strong><br />

Como, Antonio Trivulzio, milanese, anch’egli consigliere ducale come il<br />

predecessore, poi elevato alla porpora car<strong>di</strong>nalizia.<br />

Ma Lodovico il Moro, che pure aveva ambiziose aspirazioni <strong>di</strong><br />

grandezza; che si era avvalso del prestigioso servizio <strong>di</strong> Leonardo da<br />

Vinci; che aveva dato impulso all’attività economica, fu anche il<br />

responsabile della decadenza propria e dello stato, chiamando contro<br />

Napoli (su cui pure regnavano «parenti stretti», per via <strong>di</strong> matrimoni)<br />

Carlo VIII, re <strong>di</strong> Francia. Questi compì la famosa calata, seguita da un<br />

ritorno carico <strong>di</strong> bottino. Fu allora che il re francese assoldò Gian<br />

Giacomo Trivulzio, già al servizio degli Sforza, per farne lo strumento<br />

per la conquista <strong>di</strong> Milano, portata avanti dal suo successore. Nel<br />

settembre 1499, infatti, Lodovico il Moro fu sconfitto a Novara da Luigi<br />

d’Orléans, e per salvarsi dovette fuggire travestito da soldato svizzero.<br />

Lo stato milanese passava una prima volta in mano ai Francesi, con<br />

Luigi XII, che vi nominò vicerè il Trivulzio. Furono momenti <strong>di</strong><br />

sbandamento e <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni, giacché la popolazione si trovava sballottata tra<br />

l’uno e l’altro signore. Seguirono scontri tra i Francesi occupanti con i<br />

loro partigiani, e le armate messe insieme dal car<strong>di</strong>nal Ascanio Sforza,<br />

fratello del Moro, che da Como fece spe<strong>di</strong>zioni contro il castello <strong>di</strong><br />

Musso, dove stava Biagio Malacrida filofrancese.<br />

Ci furono sollevazioni <strong>di</strong> popolo, che <strong>di</strong>strussero le case dei gabellieri<br />

presso il porto <strong>di</strong> Como. 18 Anche alla gente <strong>di</strong> campagna furono imposte

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