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Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

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DALLA PREISTORIA ALLA FINE DELL’ETÀ ROMANA 37<br />

Altre intitolazioni a martiri orientali, come i santi Cosma e Damiano<br />

(Civello e Mendrisio) sono riportate a un culto <strong>di</strong>ffuso da missionari<br />

antiariani venuti dall’Oriente al tempo della regina Teodolinda (sec. VII),<br />

così come il culto <strong>di</strong> san Zenone (Monte Olimpino, Campione) o <strong>di</strong><br />

sant’Agata (borghi <strong>di</strong> Como, Bulgarograsso, Moltrasio).<br />

Alla luce <strong>di</strong> queste considerazioni, sembrerebbe <strong>di</strong> dover far risalire<br />

all’età longobarda, o quanto meno ad una iniziativa <strong>di</strong> nuclei longobar<strong>di</strong>,<br />

la fondazione della chiesa <strong>di</strong> <strong>Trevano</strong> de<strong>di</strong>cata a san Michele, come<br />

possibile cappella castrense, ossia del castrum, il castello dominante la<br />

vallata <strong>di</strong> Chiasso Maggiore.<br />

Se, come pare ormai abbastanza accettato dagli stu<strong>di</strong>osi, questa lettura<br />

interpretativa ha un fondamento, si può concludere che anche<br />

l’intitolazione delle chiese costituisce una specie <strong>di</strong> spia o <strong>di</strong><br />

«cannocchiale» per guardare lontano nei secoli e cogliere segnali utili per<br />

seguire il percorso della nostra storia non solo religiosa. Quanto<br />

all’evoluzione della storia civile, con le invasioni barbariche, iniziate in<br />

modo massiccio e violento nel secolo V, l’Impero Romano d’Occidente<br />

andò <strong>di</strong>ssolvendosi, fino alla caduta nel 476. Era il tempo del vescovo<br />

Abbon<strong>di</strong>o, ovvero del suo successore Console. A Como non si ebbero,<br />

per il momento, effetti devastanti: anche sotto il regno <strong>di</strong> Teodorico<br />

continuò ad essere una città prospera.<br />

Dopo che Teodorico ed i suoi imme<strong>di</strong>ati successori adottano una politica<br />

antiromana, l’imperatore bizantino Giustiniano nel 535 intraprende<br />

la guerra contro i Goti, affidata ai suoi generali (Belisario, Narsete contro<br />

Totila e Teia). Como parteggia per i Bizantini, che riprendono momentaneamente<br />

il controllo sull’Italia («Prammatica sanzione» del 554).<br />

Ma dopo la morte <strong>di</strong> Giustiniano (565), durante l’impero <strong>di</strong> Giustino<br />

II, ecco la calata dei Longobar<strong>di</strong>, capitanati dal re Alboino, che occupa<br />

gran parte dell’Italia Settentrionale, da Aquileia a Milano, da Trento a<br />

Imola. A nord <strong>di</strong> Milano, Como è ancora in mano ai Bizantini, che con il<br />

duca Francione (o Francilione) organizzano l’estrema resistenza<br />

sull’Isola Comacina, fino alla resa nel 588. Anche Como e il suo territorio<br />

da allora sono inglobati nel Regno dei Longobar<strong>di</strong>. Tuttavia,<br />

l’adesione che allora i nostri vescovi danno allo «Scisma dei Tre Capitoli»<br />

(che ha come centro propulsore in Italia il patriarcato <strong>di</strong> Aquileia),<br />

fa sì che i re longobar<strong>di</strong> vedano in Como una città amica. Ma la storia<br />

ormai volta pagina.

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