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Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

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DAI VISCONTI ALLA FINE DEGLI SFORZA 115<br />

Sembra quasi incre<strong>di</strong>bile registrare come, in mezzo a tante <strong>di</strong>fficoltà,<br />

le energie morali della città fossero tali da proseguire in gran<strong>di</strong>ose opere<br />

come la citata fabbrica del Duomo. Ed ancora in quegli anni si <strong>di</strong>ede<br />

nuovo impulso all’attività tessile, con l’impianto del primo filatoio per la<br />

seta ad opera <strong>di</strong> Pietro Boldoni, venuto a Como da Bellano, 34 mentre continuava<br />

a fervere la lavorazione della lana, con un proficuo commercio<br />

verso la Germania, i cui mercanti frequentavano l’ambiente lariano, non<br />

solo per comprare lana, ma anche per vendervi cavalli, <strong>di</strong> cui si faceva<br />

una fiera a Chiasso.<br />

Probabilmente si deve a loro (tramite altri giri commerciali verso il<br />

Belgio, l’Olanda e la Spagna) l’importazione nelle nostre terre del granoturco,<br />

proveniente dall’America, la cui coltivazione nel Comasco è già<br />

documentata nel 1511 da un atto notarile (riferito a Ronago, che richiama<br />

un precedente atto del 1508): il nuovo prodotto vi è già in<strong>di</strong>cato con il<br />

nome <strong>di</strong> «frumento carlone». 35<br />

L’atto del 1511 in cui si parla <strong>di</strong> frumento carlone.<br />

(ASCo, Notarile, Malacrida Francesco, c. 169).<br />

Questo smentisce l’interpretazione <strong>di</strong> coloro, che si rifanno a san<br />

Carlo Borromeo (nato vent’anni dopo nel 1538) per spiegare tale nome

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