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Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

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DAI «SECOLI BUI» AI COMUNI 53<br />

l’atto. E la nostra silva dominica è così <strong>di</strong>ventata Salvadonica. Era dunque<br />

una selva <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto regio, secondo il sistema economico curtense. Analoga<br />

Salvadonica si trova sopra Rebbio; mentre a Grandate e a Lipomo abbiamo<br />

trovato toponomi similari per appezzamenti <strong>di</strong> prato, chiamati Pradonego<br />

o Pradonico, ossia prato dominico.<br />

Tra gli altri posse<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto regio va ricordata la «corte <strong>di</strong> Obino»,<br />

ora frazione <strong>di</strong> Castel San Pietro, donata da Sigerato, vassallo <strong>di</strong> Lodovico<br />

II, al monastero <strong>di</strong> Sant’Ambrogio <strong>di</strong> Milano con testamento del<br />

18 febbraio 865. Ma torniamo nella pieve uggiatese.<br />

Un atto del 9 aprile 748, durante il regno <strong>di</strong> Rachis, appare stilato «in<br />

Trebuano» (<strong>Trevano</strong>), così come un altro del 10 luglio 789 è «acto <strong>Trevano</strong>».<br />

Sono le prime citazioni del nostro comune. Resta, tuttavia, il dubbio<br />

se si riferiscano a <strong>Trevano</strong> <strong>di</strong> <strong>Uggiate</strong> piuttosto che a <strong>Trevano</strong> <strong>di</strong> Lugano.<br />

Si tratta <strong>di</strong> documenti dall’interessante contenuto giuri<strong>di</strong>co, che rispecchia<br />

le leggi longobarde.<br />

Il primo dei due atti riguarda il prestito <strong>di</strong> un soldo d’oro fatto da un<br />

certo Arichi da Campione ad Alessandro da Sporticiana, che dà in pegno<br />

un appezzamento <strong>di</strong> prato. Sembra quello più dubbio circa l’identificazione<br />

<strong>di</strong> Trebuano con il nostro <strong>Trevano</strong>, che appare più probabile per<br />

l’atto del 789. Con esso un certo Peresendo del fu Peredeo cede a suo cugino<br />

Totone, abitante a Campione, i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> parte lesa per l’uccisione <strong>di</strong><br />

Gaudenzio, servo <strong>di</strong> Guniaut o Rotcaosso da Balerna. I testimoni presenti<br />

all’atto rogato dal notaio Agioaldo sono Aofuso da Ligurno, Ragiberto da<br />

Pontegano e Suntar prete <strong>di</strong> Balerna: tutti <strong>di</strong> luoghi più vicini al nostro<br />

<strong>Trevano</strong> che a Lugano.<br />

Un atto successivo del 29 aprile 793 rogato dal medesimo notaio a<br />

Mendrisio cita come testimoni il medesimo Ragiberto da Pontegano oltre<br />

a due drezzesi: Gumperto fu Adelberto de Drezzi e Lupus de Drizzi; con<br />

ciò iscrivendo anche Drezzo sulla carta dell’antica pieve uggiatese.<br />

Se, come sembra, a <strong>Trevano</strong> faceva stazione un notaio, che rogava atti<br />

pubblici, ciò significa che nell’assetto territoriale longobardo il nostro<br />

paese costituiva un punto <strong>di</strong> riferimento politico-amministrativo. Evidentemente<br />

il fulcro del potere feudale era localizzato nel castrum, ossia<br />

nel castello, presso il quale troviamo la cappella <strong>di</strong> San Michele: altra intitolazione,<br />

che, come già accennato, riporta ad una fondazione originaria<br />

longobarda, probabilmente come cappella castrense. La posizione strategica<br />

del castello, dominante la valle <strong>di</strong> Chiasso Maggiore, che costituiva

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