Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

176
UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE
capponi grassi e grossi con le code «segazute». Inoltre restavano a carico
di Bellotto le spese per i legnami necessari al mulino, compresa la posa
in opera, potendo prendere i legnami stessi sui fondi del locatore. Se invece
fosse servito ordinarli, che li comprasse a sue spese e mastro Guglielmo
avrebbe rimborsato quelle necessarie per il mulino.
Tre settimane dopo, il 27 aprile, Bellotto riceveva a livello (ossia in
affitto per 30 anni e da lì in perpetuo a sé e ai figli, salva clausola di
rescissione per morosità triennale nel pagamento del canone;
evidentemente a seguito di una finta vendita per restituire un prestito) da
frate Gerolamo del Nato del terz’ordine francescano, fu Leone, abitante a
Como, per 14 lire annuali un appezzamento di terra già coltivata ed ora
messa a prato, con sopra alcune piante di noci, in territorio di Trevano
dove si dice ad pratum de Classio, posta tra il mulino di Bellotto e il
mulino di ser Romerio e fratello Del Ponte. 114 Confini: a est in parte dei
Del Ponte e in parte la Faloppia, a sud beni di Bellotto e degli eredi di
mastro Lugano Sala, a ovest ancora i fratelli Del Ponte mediante la
roggia molinara, a nord la strada. A Bellotto e ai suoi figli era altresì
riconosciuto il diritto di comprare in qualsiasi momento l’appezzamento
di terra in questione, stimata del valore di 90 fiorini (28 milioni di lire
attuali circa), con possibilità di detrarre i fitti già pagati.
Con un atto aggiuntivo fra Gerolamo Natta concedeva in affitto a Bellotto
Rezzonico un altro terreno piantumato con noci per i prossimi tre
anni al prezzo di 2 fiorini l’anno. Un terzo contratto veniva stipulato da
Bellotto il 7 maggio, questa volta con Martino e Antonino Lepori di Sala
fu ser Lugano, congiuntamente con Domenico Lepori fu Adamino, loro
nipote, tutti abitanti a Charagnia (Carabbia) in comune di Lugano. 115
Questi gli affittavano la metà dei beni che possedevano in indiviso con
lui. Praticamente egli era comproprietario al cinquanta per cento dei
seguenti beni, che per l’altra metà gli venivano concessi in locazione:
- una casa coperta con coppi, che è il mulino con tre ruote e tre paia di
mole da granaglie, una pesta (da olio), una ressiga, con la relativa adduzione
della roggia, nonché il sedime con diversi altri edifici coperti di
coppi, oltre al mulino; quindi l’aia, la corte e gli altri diritti pertinenti, il
portico, cinti da un muro con due porte ed entrate, situati in territorio di
Trevano a Chiasso Maggiore, confinanti da una parte con un prato dei
locatori e conduttore, da una parte con Pietro de Dervio
parzialmente mediante la strada e parzialmente con i medesimi