Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

UGGIATE PIEVE DI CONFINE OASI DI BANDITI 421
suoi bravi, asserragliato in una casa. In verità egli non aveva sparato,
giacché il suo archibugio era carico quando vennero ad ispezionare il suo
cadavere e quello del prevosto; ma era rimasto colpito forse da un
Ambrogio di Saronno (de Serono) che si era messo a sparare per fermare
i contendenti. 56 Il maneggio delle armi, comunque, doveva essere una
dote di famiglia, visto che anche il figlio di Gian Battista, Ascanio
Carcano, cognato di Marsilio Fontana, era stato in guerra in Germania
con il grado di capitano. 57 Gli affari pertanto già allora si muovevano tra
Fenegrò e il Mendrisiotto, e si vedrà che la frequentazione della bassa
appianese da parte dei Fontana per contrabbando sarebbe continuata
anche verso Locate e Mozzate tramite i Castiglioni, che per qualche
tempo risiedettero pure a Brusata, non si capisce se a seguito di qualche
bando emesso contro di loro da parte delle autorità milanesi, oppure per
sfuggire alla peste, o semplicemente per avere un pied-à-terre per il
controllo congiunto dei loschi affari. 58
Ancora nel 1595 troviamo Pietro Martire Fontana di Brusata detenuto
con un Francesco Corti di Monte Olimpino, perché pericoloso
malfattore. 59 In questo clima di disinvoltura a muoversi nell’illegalità
crescono i figli di Marsilio senior: Gian Giacomo (che ricorre il nome del
nonno), Gian Battista, Cesarino, Carlo (che ricorre il nome dello zio e si
farà prete: ma che prete!?)…
Nel 1606 Gian Giacomo comincia a riempire le cronache giudiziarie,
perché accusato di aver ucciso ad Uggiate Pier Francesco Rusca, ma
riesce a spuntare l’assoluzione per insufficienza di prove. 60 Il primo di
ottobre del 1609 si registra un provvedimento del landfogt Giovanni
Hugi di Soletta, che su richiesta del vescovo di Como proibisce ai fratelli
Gian Giacomo e Gian Battista Fontana di metter piede a Balerna, giacché
avevano minacciato di morte l’arciprete e i canonici di quel paese. 61
Nel 1612 prete Carlo Fontana aveva chiesto l’assoluzione dalla
scomunica in cui era incorso per aver ucciso un Pietro Gomez. 62 Il 19
gennaio 1615 Marsilio con il figlio Francesco Fontana ed altri parenti
deve pagare 200 scudi di cauzione per togliere dal carcere i due succitati
fratelli e un Vincenzo Rossinelli di Novazzano per essere andati armati di
archibugi alla fiera di sant’Antonio a Genestrerio. 63 E il 3 di agosto del
1619 le carte giudiziarie cominciano a registrare il nome di Cesare
Fontana, che riferisce di essere stato aggredito e preso da quattro uomini
a cavallo, vestiti come i cavalleggeri spagnoli di Varese, nella campagna