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Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

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UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE<br />

<strong>di</strong>venuto il priorato cluniacense <strong>di</strong> San Giovanni Battista. 12 Nell’ottobre<br />

1093 i militi <strong>di</strong> Olgiate, <strong>di</strong> legge longobarda e romana (sono quasi 100<br />

quelli nominati nell’atto) seguono l’esempio <strong>di</strong> Vertemate, e donano al<br />

priore Pietro del monastero <strong>di</strong> San Giovanni Battista eretto nel castello <strong>di</strong><br />

Vertemate appunto, la chiesa <strong>di</strong> San Cassiano Martire con i suoi beni,<br />

perché vi abbiano ad esercitare il loro ministero devolvendo le entrate<br />

alle necessità del priorato <strong>di</strong> Vertemate. 13<br />

Ad Olgiate si sarebbero da quel momento inse<strong>di</strong>ati dei monaci, che<br />

però col tempo furono adescati dalla corruzione, come emerge dagli atti<br />

ispettivi <strong>di</strong>sposti dai superiori <strong>di</strong> Cluny, 14 tanto che la casa <strong>di</strong> Olgiate fu<br />

soppressa (tra l’altro nel 1287 il monastero <strong>di</strong> Vertemate era stato <strong>di</strong>strutto<br />

dai Comaschi nel corso della guerra civile tra guelfi e ghibellini,<br />

poi risorto e passato sotto l’amministrazione <strong>di</strong> commendatari). I beni <strong>di</strong><br />

Olgiate passarono alle monache <strong>di</strong> Cernobbio. 15 Le troveremo con posse<strong>di</strong>menti<br />

anche a Romazzana, così che qualche filo della storia cluniacense<br />

si congiunge <strong>di</strong>rettamente con quella <strong>di</strong> <strong>Uggiate</strong> <strong>Trevano</strong>.<br />

Va detto che il movimento benedettino riformato, che nei secoli X-XI<br />

si era irra<strong>di</strong>ato da Cluny in tutta Europa, rappresentava l’esigenza <strong>di</strong> risanamento<br />

della Chiesa romana, corrotta dagli interessi politici e mondani.<br />

I monaci, cui pure venivano donati ingenti patrimoni, cercavano <strong>di</strong> contrastare<br />

la corruzione e l’ignoranza religiosa del clero secolare con la cura<br />

della liturgia, con la pre<strong>di</strong>cazione del Vangelo, con la pratica<br />

dell’elemosina ai poveri. L’influsso del monachesimo riformato fu enorme,<br />

tanto che nel secolo XI <strong>di</strong>versi cluniacensi salirono il trono pontificio<br />

(Leone IX, Gregorio VII, Urbano II…) e furono i protagonisti della lotta<br />

per le investiture per recuperare l’autonomia della Chiesa nella scelta dei<br />

vescovi, contro le ingerenze politiche, causa prima della corruzione.<br />

Ma conclu<strong>di</strong>amo rientrando in area comasca. Ancora nel secolo XI, ad<br />

opera dei Benedettini, chiamati a Como dal vescovo Alberico (1004-<br />

1031), sorse l’attuale basilica <strong>di</strong> Sant’Abbon<strong>di</strong>o, sul luogo dell’antica,<br />

de<strong>di</strong>cata ai santi apostoli Pietro e Paolo, presso la quale risiedettero i vescovi<br />

nei primi secoli cristiani. Essa fu consacrata il 3 giugno 1095 da<br />

papa Urbano II, che il giorno dopo avrebbe pure consacrato la chiesa <strong>di</strong><br />

Santa Maria <strong>di</strong> Lurate (più tar<strong>di</strong> chiamata anche <strong>di</strong> Nullate) in Vergosa,<br />

ossia l’antica parrocchiale <strong>di</strong> San Fermo della Battaglia.<br />

Nel 1040 il vescovo Letigerio (1031-1048) fondò il monastero <strong>di</strong> San<br />

Carpoforo, pure benedettino, dove troveremo tra i monaci qualche secolo

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