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Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

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UGGIATE PIEVE DI CONFINE OASI DI BANDITI 433<br />

partenza non sta più in pie<strong>di</strong>. Altro che ragazze virtuose! Ma in tal caso ci<br />

sarebbero le carte <strong>di</strong> un processo, come ci sono per la famosa monaca <strong>di</strong><br />

Monza, <strong>di</strong> manzoniana memoria, che ebbe tale condanna. Nessuno<br />

avrebbe potuto decidere una pena così grave a quattr’occhi. E poi, perché<br />

scegliere una chiesa per eseguire la sentenza? Insomma il racconto<br />

sembra che manchi <strong>di</strong> logica.Che cosa si può ricostruire <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso?<br />

Va premesso anzitutto che esisteva a Somazzo, ed è documentata<br />

nell’inventario dei beni del Capitolo del 1423, una chiesa de<strong>di</strong>cata a San<br />

Cassiano. Doveva essere una cappella campestre: una piccola aula per lo<br />

più quadrata, probabilmente con un’absi<strong>di</strong>ola a nicchia che teneva sotto<br />

un altarino nella testata, chiusa da tre lati ed aperta sul fronte, quasi<br />

sempre con un arcone. Poteva essere delimitata anche sul davanti da<br />

muriccioli immorsati alle lesene che sostenevano l’arcone, quasi come<br />

balaustre o panche, con in mezzo il passaggio chiuso da cancelletti su<br />

tutta la larghezza dei muretti, in modo da non lasciar entrare gli animali.<br />

Forse l’arcone <strong>di</strong> facciata va identificato con quello che, ora<br />

tamponato, forma un arma<strong>di</strong>o a muro nella sacrestia <strong>di</strong> Somazzo: se è<br />

così, la cappella originaria era sul luogo della sacrestia stessa.<br />

Bisognerebbe fare un esame della struttura e dei materiali che<br />

compongono l’intradosso dell’arma<strong>di</strong>o, giacché le pareti esterne della<br />

sacrestia sono state senz’altro rifatte, non si sa se sull’eventuale<br />

perimetro dell’antica cappella, ammesso che fosse orientata con<br />

l’absi<strong>di</strong>ola ad est. Ma non si può escludere un orientamento opposto.<br />

Stranamente negli atti delle visite dei vescovi, che cominciano dal<br />

1569 non si nomina mai più la chiesa <strong>di</strong> San Cassiano. Stranamente<br />

perché, ad esempio, nel 1578 il visitatore apostolico mons. Bonomi<br />

or<strong>di</strong>nò <strong>di</strong> abbattere fin quasi al suolo i muri della cappella <strong>di</strong> S. Maffeo a<br />

Rodero, tanto era malconcia, e <strong>di</strong> trasferire le celebrazioni in una cappella<br />

della chiesa <strong>di</strong> S. Simone in paese; mons. Volpi nel 1581 cita una serie<br />

<strong>di</strong> cappelline minori, delle quali non si sa più nulla, tipo quella <strong>di</strong> S.<br />

Caterina <strong>di</strong> Merlina; oppure, se anche compaiono successivamente, sono<br />

poi scomparse, tipo la cappella <strong>di</strong> Romazzana o quella <strong>di</strong> S. Alò dei<br />

Mulini, delle quali si <strong>di</strong>rà nelle pagine <strong>di</strong> storia religiosa.<br />

Mons. Ninguarda nel 1592 visitò ad<strong>di</strong>rittura la chiesa «polluta e<br />

rovinata», praticamente caduta, in cima al colle <strong>di</strong> S. Ambrogio sopra<br />

Bizzarone; e vide anche lui la cappella <strong>di</strong> S. Alò dei Mulini <strong>di</strong> Chiasso<br />

Maggiore. Invece, per quanto riguarda la cappella <strong>di</strong> S. Cassiano a

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