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Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

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UGGIATE PIEVE DI CONFINE OASI DI BANDITI 403<br />

<strong>di</strong> Gian Giacomo Belloni, massaro <strong>di</strong> Gian Giacomo Della Torre, a<br />

Genestrerio: «Io ero l’altr’hieri a Ligornetto con quel frate Pietro<br />

Andrea che sta a Ligornetto et se partissimo da lì per andare a Ugià et<br />

passando per Genestré da notte sentendo che si ballava in una casa a<br />

Genestré esso frate <strong>di</strong>sse che voleva ballar un saltarello, et però (=<br />

perciò) entrassimo dentro et esso frate ballò un saltarello, et poi se fecce<br />

il ballo del piantono, et io ero assentato lì appresso de Giovanni della<br />

Pradella col quale io parlavo et appresso de Iacomo del Mancino mio<br />

cugino, ch’era mezo adormentato, et in un subito si levò non so che<br />

rumore et in quello fu sparata un’archibusata, della quale io restai tocco<br />

et ferito nel petto sotto la mamella dritta per la quale sto come Vostra<br />

Signoria vede». Egli non sapeva <strong>di</strong>re chi fosse stato a sparare.<br />

Furono pertanto interrogati svariati testimoni, la cui cerchia si andò<br />

sempre allargando dopo le deposizioni <strong>di</strong> ciascuno, che ne nominava<br />

altri, presenti al momento o sopraggiunti. La successione degli<br />

avvenimenti, però, sembra essere quella raccontata da Michele Leoni fu<br />

Camillo <strong>di</strong> Coldrerio. Egli <strong>di</strong>chiarò che il frate, dopo che ballò, «si sentò<br />

nel luogo dove sedevano le donne, et essendogli stato detto che si levasse<br />

da lì perché quello era il luogo delle donne et <strong>di</strong>cendo non so chi che<br />

esso frate era solito stare con le donne saltò su una donna che <strong>di</strong>sse che<br />

si bene (= sebbene) era solito star con le donne non voleva che stasesse<br />

lì, et non volendo esso levarsi fu smorzato un lume et subito sentei<br />

sparare un’arcabusata», seguita dai lamenti <strong>di</strong> uno che <strong>di</strong>sse «ohimè».<br />

Tutti <strong>di</strong>ssero che era stato il frate a sparare. Un archibugio, che<br />

qualcuno <strong>di</strong>sse <strong>di</strong> aver visto addosso a lui, fu trovato in terra scarico; egli<br />

aveva anche una pistola. Al momento chi era lì bloccò subito il presunto<br />

frate sparatore, qualcuno andò a far suonare campana a martello e a<br />

chiamare il barbiere, che venisse a me<strong>di</strong>care il ferito. 18<br />

L’inchiesta andò avanti per mesi. Dalle varie testimonianze escono<br />

tanti tasselli curiosi: ad esempio, per far vedere che era stato il frate a<br />

sparare gli si tolse e si scaricò la sua pistola sparandola nel fiume, per<br />

non far sentire il rumore; il povero frate sospirava: «Giesù, chi mi ha<br />

condotto qua questa sera…»; qualcuno lo voleva ad<strong>di</strong>rittura linciare, al<br />

punto che Camillo Belloni della Brusata avrebbe detto <strong>di</strong> essere stato lui<br />

a ferire Giulio, per proteggere il povero fraticello…<br />

Dal contesto delle deposizioni sembra <strong>di</strong> poter capire che qualcuno<br />

abbia voluto fare uno scherzo proprio al frate; non parrebbe che avesse

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