Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

154
UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE
- 5 pertiche di prato in Dassa, confinante ad est con i Natta, a sud con
la roggia che porta al Mulino detto di Cressino del Ponte, che adesso è di
Gian Luigi Lucini o di sua moglie, ad ovest il monastero di Cernobbio, a
nord era di Marchesio Albrici e adesso è di Gian Pietro Albrici e mastro
Tomaso Rodari;
- 1 pertica e mezza di arativo con parecchie piante di noci in Classio
Maiori, dove si dice in Tavernina, confinante con il monastero di Cernobbio,
Cristoforo e fratelli de Cataneis di Dervio (già di Giovanolo Rusca
fu Salando), Francesco Erba (già di Fomasio de Trevano), a nord la
strada mediante il riale;
- 5 pertiche di arativo con rive in Ferabo, confinante con i Burigozzi, i
Natta (già dei Busia) i de Dervio, il monastero di Cernobbio;
- 12 pertiche di arativo, prativo, vignato e boschivo con una pianta di
noci in Farreno, confinante con i soliti Burigozzi, Erba, de Trevano e de
Dervio;
- 3 pertiche di bosco e arativo con piante di roveri in Paschuis, confinante
con i de Trevano, gli Erba, i de Dervio;
- 5 pertiche di bosco ad Paschua confinante con i soliti Trevano e
Erba;
- 2 pertiche di terra già a bosco, ora arativa, ad Privetas ovvero ad Paschua,
confinante come sopra;
- la metà di un brolio di 3 pertiche con 2 piante di noci, alcune piante
da frutta e viti, nonché di tutti i rustici «in castro de Trevano», confinanti
con i de Via e i de Trevano;
- la metà divisa di una stalla, un quarto indiviso di una cascina, della
corte, dell’aia, della porta in un sedime situato nel luogo di Villa, comune
di Trevano, con un muro tutt’intorno, confinante a est con la strada regina,
a sud gli eredi Burigozzi mediante la strada per i massari di detto
sedime e per altri che devono andare nei prati, ad ovest era di Fomasio de
Trevano ed ora è dei sopracitati mastro Gian Pietro e mastro
Tomaso , a nord era dei figli di Maffiolo Albrici ed ora di Gian
Pietro e mastro Tomaso.
Questo atto è importante, perché mette in scena tra i confinanti il lapicida,
ossia lo scultore Tomaso Rodari, che in quegli anni dirigeva il
cantiere del Duomo. I beni di Trevano erano pervenuti ai Rodari già da
oltre un decennio, ceduti ai fratelli scultori di Maroggia da Marchesio e
dal di lui figlio Gian Pietro Albrici. Quest’ultimo figura qui ancora come