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Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

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342<br />

UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE<br />

Si tratta <strong>di</strong> documenti in unica copia manoscritta, con fogli in qualche<br />

caso deteriorati. La pubblicazione integrale (con le parti del frasario notarile<br />

in latino, tuttavia, tradotte ed evidenziate in corsivo) assicura la <strong>di</strong>sponibilità<br />

<strong>di</strong> questa importante fonte storica, che «fotografa» la situazione<br />

della pieve in un preciso momento, vale a <strong>di</strong>re nel 1652.<br />

C’è da osservare che l’avvio dell’istruttoria prese le mosse proprio da<br />

<strong>Uggiate</strong>, per verificare le irregolarità denunciate dal Torriani.<br />

Perciò l’interrogatorio dei consoli e <strong>di</strong> altre persone <strong>di</strong> <strong>Uggiate</strong> fu condotto<br />

in modo inquisitorio, per accertare la vali<strong>di</strong>tà degli atti e chiarire la<br />

vera volontà della gente <strong>di</strong> riscattarsi, per non farsi infeudare da Paolo<br />

Torriani, «bramando libertà, et non la sugettione <strong>di</strong> feudatario», avrebbe<br />

poi <strong>di</strong>chiarato uno dei consoli. Bella risposta!<br />

Il giro del nostro «ispettore» prosegue, passando per Solbiate e per<br />

Caversaccio; quin<strong>di</strong> torna ancora ad <strong>Uggiate</strong>, per chiarire fino in fondo<br />

come stavano le cose. Per questo viene interrogato uno dei due altri<br />

consoli uggiatesi: Giacomo Sassi. Ma vien fuori chiaramente che lui ed<br />

altri, che in un primo tempo avevano contestato la procura e si erano<br />

<strong>di</strong>chiarati favorevoli all’infeudazione sotto il Torriani, lo avevano fatto<br />

«per non andar contro il nostro Patrone»... Così affermò il Sassi.<br />

Terminato il giro <strong>di</strong> ispezione, tolte le terre che già avevano interposto<br />

domanda <strong>di</strong> riscatto, versando la relativa tassa, il 24 maggio 1652, venne<br />

stampato il manifesto, che pubblicava i «Feu<strong>di</strong> da vendere»:<br />

«Le Terre, che si vogliono infeudare, et vendere, sono l’infrascritte<br />

cioè: Baregiolo, Bernasca, Cagno, Camnago, Concagno, Cassina Somaino,<br />

Cassina del Ronco, Cassarica, Drezzo, Geronimo al Monte, Geronico<br />

al piano, Olgiate, Parè.»<br />

«Tutte della Pieve <strong>di</strong> Ugiate, Vescovato <strong>di</strong> Como, quali Terre si venderanno<br />

tanto unitamente, quanto separatamente, come portarà il caso, et<br />

meglio parerà al pres. Illust. Magistrato, salvo però se ve ne fosse alcuna<br />

già infeudata».<br />

Altri manifesti furono stampati con varianti nell’elenco dei paesi. Ad<br />

esempio, Ronago non figurava in questo del 24 maggio, ma fu aggiunto<br />

in una cedola del 3 giugno successivo.<br />

In soccorso ed in appoggio ai paesi, che non erano ancora riusciti a<br />

sottrarsi da soli all’infeudazione, intervenne la città <strong>di</strong> Como, che coor<strong>di</strong>nò<br />

l’azione <strong>di</strong> riscatto (per evidente suo interesse, e non tanto per generosità),<br />

pre<strong>di</strong>sponendo un ricorso affidato al proprio procuratore France-

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