Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

DAI VISCONTI ALLA FINE DEGLI SFORZA 107
taglie di denari per sostenere la riconquista. Se ne ha traccia precisa per
la pieve di Uggiate, giacché un atto del 7 marzo 1500 documenta che
Bernardino Rezzonico fu Andriolo detto Belotto (mugnaio a Chiasso
Maggiore, che si avrà modo di conoscere bene), pagò 10 fiorini a Matteo
Peregrini come rata della taglia o sovvenzioni richieste agli uomini della
pieve di Uggiate per l’anno precedente dagli agenti della Camera
ducale. 19 Ma non bastò l’azione del cardinale Ascanio, che pure aveva
portato in salvo in Tirolo i figli del deposto duca, a risollevare le sorti di
Lodovico, che ebbe i suoi men che «cento giorni» di ritorno tra il
febbraio e l’aprile del 1500. Deposto di nuovo da Luigi XII, fu confinato
prigioniero in Francia, nel castello di Loche, dove morì nel 1508.
Il passaggio agli Svizzeri del futuro «Canton Ticino»
Sconfitto definitivamente Lodovico il Moro (1500), il re di Francia lasciò
a governare a Milano il cardinale d’Amboise, e poi Gastone di Foix,
il valoroso condottiero, che sarebbe caduto, nel 1512, nella battaglia di
Ravenna, combattendo contro la «Lega santa» indetta da papa Giulio II
tra le potenze italiane contro i Francesi.
In questo periodo si inserisce – esattamente nel 1510 – una calata di
mercenari svizzeri nel territorio comasco. Essi sarebbero dovuti intervenire
contro il Trivulzio, accampato nell’alta Lombardia, ed in appoggio
alla lega antifrancese promossa da papa Giulio II.
In realtà, fecero una spedizione di rapina e saccheggio, scendendo da
Ponte Tresa e dalla Val Ganna per gettarsi su Binago, Solbiate, Casletto e
Figliaro giù verso Appiano e Saronno; quindi risalirono verso Grandate e
Montano, fin qui inseguiti dalle truppe francesi. Poi proseguirono verso
Cavallasca, Gironico e Drezzo, quindi scesero – dicono gli storiografi –
nella valle di Chiasso, per ritornare a casa attraverso il Mendrisiotto,
carichi di bottino, soprattutto trascinandosi dietro il bestiame sottratto ai
contadini, non senza aver tentato, da Chiasso, una scorreria verso
Como. 20 Ora, quando si parla di «valle di Chiasso», non c’è dubbio che si
debba intendere l’attuale Val Mulini o Val Faloppia, ed evitare i
fraintendimenti che derivano dal successivo disuso del nome storico della
valle.
In quegli anni gli Svizzeri, vedendo il «vuoto di potenza» rappresentato
dalla situazione italiana, ripresero la politica espansiva verso l’Italia
appunto; politica pilotata dal «cardinale di Sion», Matthäus Schiner.